di Leonardo Iacobucci
E’ già polemica col sindaco di New York, Michael Bloomberg, che ha voluto sminuire il senso di quanto successo ieri, quando una folla oceanica di oltre 10.000 persone (gli attivisti parlano di 35.000) ha tentato prima l’assalto a Wall Street e poi occupato il ponte di Brooklyn.
Che la matematica, quando applicata a manifestazioni di piazza, possa diventare una materia alquanto soggettiva è cosa nota. Gli "zero" finali appaiono e scompaiono a seconda che a raccontare l'evento siano gli organizzatori o le forze di polizia: una "giornata storica" per le voci di Occupy Wall Street, un "piccolo disturbo per la città" secondo il sindaco di New York, Michael Bloomberg.
Oggi a mezzogiorno Il punto di ritorvo è stato - ancora una volta - Zuccotti Park, dove si è svolta un'assemblea alla quale è intervenuto anche lo scrittore italiano Roberto Saviano.
Lo scrittore ha parlato di come la mafia sfrutti la crisi economica per conquistare ancora più soldi e potere:
“Vi siete mai chiesti qual è l’economia che non conosce crisi? Quella criminale. Il Pil della criminalità organizzata globale ha toccato negli ultimi anni i 1.000 miliardi di dollari, cifra superiore ai bilanci di 150 paesi membri dell'Onu. Il 10% del Pil mondiale va in tasca alle mafie che guadagnano dalla crisi perché hanno a disposizione ingenti capitali da investire e riciclare in un momento in cui nessuno ne ha, sbaragliando così la concorrenza legale. Qui a Zuccotti Park voi state chiedendo nuove regole e quindi state agendo per arginare il potere delle mafie sull’economia legale e soprattutto perché non impongano i loro codici di comportamento (…) Le mafie attraverso il narcotraffico, il racket, l’usura e la contraffazione producono un flusso di denaro che viene reinvestito nell’economia legale. Se il narcotraffico venisse debellato, l’economia degli Stati Uniti subirebbe perdite comprese tra il 19 e il 22 per cento, mentre quella messicana vedrebbe un crollo del 63 per cento”
Quella di Occupy Wall Street è una protesta eterogenea e trasversale che unisce persone molto diverse tra loro, ma con un unico obiettivo.
Alcuni sono liberali, alcuni anarchici, altri si dichiarano socialisti, libertari, ambientalisti, democratici, e ci sono persino ragazzi che si definiscono repubblicani. Troviamo ragazze e ragazzi atei e molti credenti. Ci sono musulmani, ebrei, indù, buddisti e cristiani. Molti ventenni, ma tanti manifestanti sono più maturi. Ci sono studenti e disoccupati, però la maggior parte di chi protesta ha un lavoro: insegnanti, consulenti finanziari insoddisfatti, istruttori di Pilates, infermieri.
A Zuccotti Park, ricorda Saviano, ci si incontra e si discute per vedere se è possibile trovare le ragioni per impegnarsi in una protesta condivisa. Occupy Wall Street vuole comunicare un concetto semplice e immediato: tutto questo vi riguarda. Riguarda voi e le vostre vite. Riguarda i vostri figli, i vostri genitori e i vostri nonni. Riguarda i figli che non farete se le condizioni non cambieranno.