di Elisa Renna
Sembra quasi un sogno. Un bel giorno ci si sveglia e non si hanno più come ministri della Repubblica ex soubrette come Mara Carfagna. O avvocatesse che da Brescia si spostano alla velocità dei neutrini verso Reggio Calabria per sostenere l’esame di Stato, come Maria Stella Gelmini. O come Giorgia Meloni, una fascista nominata per rappresentare la gioventù della penisola. O come Stefania Prestigiacomo, eletta Ministro della Tutela dell’Ambiente, del Territorio e del Mare, ma la cui azienda di famiglia fa affari con le trivellazioni nei mari siciliani.
Le donne italiane possono considerarsi più che soddisfatte. Il nuovo Presidente del Consiglio Mario Monti, formando un governo tecnico, ha premiato la professionalità e la competenza. Fermo restando che quando è in gioco la sorte dell’economia di un Paese si dovrebbero lasciare da parte i discorsi sul numero di donne ministro, sulle quote rosa e quant’altro, non può certo non far piacere che le uniche tre donne del nuovo governo Monti siano state nominate a dirigere i dicasteri più importanti.
Al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali la torinese Elsa Fornero, 63 anni. Economista di grande levatura, insegna all’Università di Torino. È co-fondatore del Cerp, il Centre for Research on Pensions and Welfare Policies di Moncalieri, uno dei maggiori centri studi sullo stato sociale in Italia e in Europa. Si occupa prevalentemente di risparmio delle famiglie, indebitamento pubblico, previdenza sociale, mercati assicurativi e fondi pensione. Viene definita come una “donna dalla volontà di ferro”, mentre lei stessa si dichiara attratta dalla “logica cogente del numero”.
Al Viminale arriva Anna Maria Cancellieri, prefetto in pensione che era stato nominato Commissario al Comune di Parma proprio il mese scorso. Classe 1943, una laurea in giurisprudenza, comincia la sua carriera proprio nel Ministero dell’Interno dove venne nominata capo ufficio stampa e relazioni esterne della Prefettura di Milano. Dal 1993 in poi la Cancellieri viene nominata prefetto in diverse città come ad esempio Roma, Vicenza, Bergamo o Catania.
Paola Severino è la prima donna guardasigilli nella storia della Repubblica. Avvocato dai clienti illustri, vicerettore dell’Università Luiss “Guido Carli” e manager più pagata d’Italia nel 2001. Ricca, potente e benvoluta dal Pdl, tanto che si pensava potesse essere la possibile sostituta di Angelino Alfano ma venne poi designato Nitto Palma. La riforma della giustizia pertanto potrà ancora attendere almeno fino al 2013.