15.Nov - Dall’Irsn francese (l’Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare) arriva un comunicato in cui si allarma l’Europa di un elevata percentuale di iodio 131 (I-131) nei celi francesi, a portare maggior preoccupazione sono anche i comunicati diffusi dalla Repubblica Ceca e altri stati Europei, proprio come se fosse una nuvola che avanza molto velocemente.
Inizialmente i social network erano intasati dall’arme nucleare e incolpavano la centrale nucleare Slovena-croata (circa 120km da Trieste), di un possibile disastro nucleare; un’altra possibile causa di questa fuga può essere riconducibile a reattori nucleari usati in ambito medico. Infatti I-131 è ampiamente utilizzato per cure della tiroide e per questo viene prodotto in piccoli reattori sottocritici utilizzati ad hoc ( cioè non generano potenza elettrica, ed il calore di reazione viene smaltito).
Altra possibile causa è il programma militare nucleare iraniano. Un programma ormai noto a tutti nel mondo, ma che l'agenzia ha negato fino a poche settimane fa.
17.Nov - Arrivano parecchie smentite su questa nube, su diversi blog compaiono punti sul perché della non veridicità della nube I-131, vediamone qualcuno in dettaglio.
Lo scrittore Jacopo Giliberto dice:
“Primo.
Solamente pochi rilevatori della rete europea (su migliaia di contatori geiger sparsi per l'europa), solamente alcuni dei più sensibili, sono stati capaci di accorgersi di una leggerissima (leg-ge-ris-si-ma) variazione nella presenza di iodio 131 nell'aria.
la stra-maggior parte dei rilevatori europei non ha rilevato proprio nulla. E anche per gli strumenti di misura più sensibili, la variazione dello iodio 131 è al limite della sensibilità.
il numero?
eccolo.
l'aumento di iodio 131 è di un decimillesimo del fondo radioattivo naturale rispetto al fondo naturale, cioè alla radioattività normale, l'aumento è stato pari a diecimila volte meno.
Un incidente nucleare legato a un'arma o a una centrale atomica di qualsiasi tipo rilascia molti isotopi insieme, infatti ogni applicazione dell'energia nucleare (pacifica o bellica) è formata da una miscela ben precisa di materiali e ogni emissione radioattiva rispecchia il dosaggio della fonte.
lo sanno bene per esempio i "detective atomici" del joint research center dell'unione europea, i quali sanno riconoscere dal dosaggio degli elementi la fonte di qualsiasi emissione radioattiva. meglio, quasi qualsiasi emissione radioattiva: non questa di oggi, perché questa non dà elementi.
I "detective atomici" hanno individuato in questo modo operazioni segrete, hanno sbugiardato truffe nucleari, hanno scoperto la provenienza esatta di materiali trafugati.
Se fosse la centrale di krško, ci sarebbe sì lo iodio, ma anche alcuni isotopi del cesio in proporzioni conosciute, e come per la centrale al confine tra slovenia e croazia, tutte le altre centrali (e bombe atomiche) hanno questa carta d'identità precisissima, qui, invece, solamente tracce di solo iodio 131 e basta.
significa che non è un'applicazione nucleare, ma un'avaria o un errore in un utilizzo industriale di un solo, preciso elemento, lo iodio 131.
per questo motivo fin dall'inizio si era ipotizzata una fuga da un'industria che produce radiofarmaci, come scrivevo anche nell'articolo di ieri lo iodio 131 si usa infatti come radioterapico, soprattutto per ridurre il cancro alla tiroide.”
16.Nov - Le cause di questo aumento di I-131 non sa, ma della nube i media tradizionali non hanno fornito alcuna informazione. Sembra di rivivere, in scala certo ridotta, alcune situazioni verificatesi in occasione dell’incidente nucleare di Fukushima, quando da alcune parti si era tentato di mettere tutto a tacere. Per fortuna, ancora una volta, c’è Internet.