di Paola Totaro
RAINEWS. Polemiche in Rai. La manifestazione di ieri a Roma, con i suoi scontri ma soprattutto la voglia di manifestare pacificamente della quasi totalità dei partecipanti, ha creato tensioni nella televisione pubblica.
La prima riguarda Rainews, che ieri ha scelto di mandare in diretta la manifestazione con apporti di giornalisti presenti sul posto e che commentavano gli avvenimenti. Due finestre: una sul corteo pacifico e l’altra sugli scontri. Nessuno sconto ai vandali e deliquenti, definiti teppisti e violenti. Giusto risalto ai veri indignados, che volevano invece far sentire il proprio dissenso in modo civile.
Secondo il capogruppo del Pdl in Vigilanza, Alessio Butti, invece Rainews ha tentato di dare un’idea distorta di quello che stava accadendo a Roma. La diretta di Rainews è stata definita «inaccettabile e offende la storia della Rai». Il deputato ha messo sotto accusa il fatto che mentre scorrono «le immagini di devastazioni, di scontri, di guerriglia, si fa di tutto per minimizzare e per dare la sensazione di una manifestazione pacifica, che di pacifico non ha nulla».
Chi scrive ha seguito la diretta in questione. Nessuna faziosità. I giornalisti di Rainews anzi, hanno parlato di guerriglia e di situazione molto rischiosa, cercando di avvertire i manifestanti pacifici.
Alle dichiarazioni di Butti sono seguite diverse repliche. Vinicio Peluffo del Pd: “Rainews dà conto dei fatti”. Il Cdr della testata: Rainews “ha svolto a pieno titolo il suo ruolo di All news e di servizio pubblico seguendo e raccontando con obiettività e puntualità i fatti”. Anche il vicepresidente della Vigilanza, Merlo, ha voluto ribattere definendo la diretta in questione “corretta e non faziosa” e giudicando quindi infondata la polemica del Pdl. Anche per Art21, come per Pancho Pardi dell'Idv in Vigilanza, il lavoro di Rainews è “da scuola di giornalismo”.
Ma Butti insiste. Critica principalmente l’inizio della diretta di Rainews anche se ammette: “una correzione di rotta dei servizi e del tono delle stesse analisi in studio e in strada”. Adesso – ha concluso – “c'è il servizio pubblico”.
RAINEWS. Polemiche in Rai. La manifestazione di ieri a Roma, con i suoi scontri ma soprattutto la voglia di manifestare pacificamente della quasi totalità dei partecipanti, ha creato tensioni nella televisione pubblica.
La prima riguarda Rainews, che ieri ha scelto di mandare in diretta la manifestazione con apporti di giornalisti presenti sul posto e che commentavano gli avvenimenti. Due finestre: una sul corteo pacifico e l’altra sugli scontri. Nessuno sconto ai vandali e deliquenti, definiti teppisti e violenti. Giusto risalto ai veri indignados, che volevano invece far sentire il proprio dissenso in modo civile.
Secondo il capogruppo del Pdl in Vigilanza, Alessio Butti, invece Rainews ha tentato di dare un’idea distorta di quello che stava accadendo a Roma. La diretta di Rainews è stata definita «inaccettabile e offende la storia della Rai». Il deputato ha messo sotto accusa il fatto che mentre scorrono «le immagini di devastazioni, di scontri, di guerriglia, si fa di tutto per minimizzare e per dare la sensazione di una manifestazione pacifica, che di pacifico non ha nulla».
Chi scrive ha seguito la diretta in questione. Nessuna faziosità. I giornalisti di Rainews anzi, hanno parlato di guerriglia e di situazione molto rischiosa, cercando di avvertire i manifestanti pacifici.
Alle dichiarazioni di Butti sono seguite diverse repliche. Vinicio Peluffo del Pd: “Rainews dà conto dei fatti”. Il Cdr della testata: Rainews “ha svolto a pieno titolo il suo ruolo di All news e di servizio pubblico seguendo e raccontando con obiettività e puntualità i fatti”. Anche il vicepresidente della Vigilanza, Merlo, ha voluto ribattere definendo la diretta in questione “corretta e non faziosa” e giudicando quindi infondata la polemica del Pdl. Anche per Art21, come per Pancho Pardi dell'Idv in Vigilanza, il lavoro di Rainews è “da scuola di giornalismo”.
Ma Butti insiste. Critica principalmente l’inizio della diretta di Rainews anche se ammette: “una correzione di rotta dei servizi e del tono delle stesse analisi in studio e in strada”. Adesso – ha concluso – “c'è il servizio pubblico”.