domenica 13 novembre 2011

Partito Democratico, e ora?


di Luigi Repola

Berlusconi è caduto, il governo Monti, forte dell’approvazione di tutti i partiti politici esclusa la Lega Nord, è pronto per portare a termini i duri compiti che il mondo ci chiede con una schiera di tecnici ed esperti ai vari ministeri. Forse questo si dovrebbe fare per ogni governo e non solo quando ci sono le emergenze ma le esigenze politiche spesso sono troppo importanti che mettere gente competente ad amministrare il paese.

Mentre il centrodestra si lecca le ferite di una disfatta bruciante con la Lega che cerca di scappare dalla nave che affonda e mezzo PdL che dà la colpa a Berlusconi e ai berluscones troppo impegnati a salvare il culo del Premier che a salvare il paese, il centrosinistra può finalmente festeggiare la fine del “Grande Nemico” e può programmare con attenzione le elezioni che verranno.

Nell’opposizione la leadership di Bersani sembra salda con Vendola che non sembra interessato a diventare il candidato premier e Di Pietro che ha denti stretti ha lasciato l’idea di correre lui alla Presidenza del Consiglio. E allora quali sono i problemi del centrosinistra e del Pd in particolare?

Il primo può essere Matteo Renzi, più “democristiano” che “democratico” , che con volontà da innovatore e idee da conservatore sta cercando di fare una “rivoluzione giovanile” per far fuori i vecchi capi del partito. A favore ha un consenso nelle giovani generazioni data l’età e la volontà di voler cambiare le cose senza contare che con la sua politica di sinistra ma poco di sinistra si è accattivato anche diversi imprenditori. Il sindaco di Firenze però non è molto amato nel Partito, visto che vuole cambiarlo totalmente, ed ha problemi di maggioranza a Palazzo Vecchio quindi non può impegnarsi in una battaglia interna per la candidatura.

Altro nodo da sciogliere per il Partito Democratico è sicuramente il rapporto con il Terzo Polo, se Bersani e i suoi sono mesi ormai che ammiccano a Casini il resto del Centrosinistra sembra molto ostile a quest’alleanza che può portare ad un ampia maggioranza in Parlamento ma che farebbe esplodere una guerra interna con le correnti più riformiste del partito e quindi far diventare il primo partito di Centrosinistra un partito di Centro per non parlare dei voti degli elettori di sinistra ai quali il solo vedere qualcosa simile alla DC dà ancora l’orticaria che sicuramente in questo contesto non voterebbero più il Pd.

Grillo si sta inserendo fortemente in questo contesto raccogliendo i consensi dei giovani, del mondo del Web e soprattutto nel Centro Italia, da sempre di fede rossa, che vede nei “grillini” dei veri rappresentati dell’antipolitica e che potrebbero togliere diversi voti al Pd.

Ora sta a Bersani e al gotha del partito decidere se far parte di una coalizione di sinistra con IdV e SEL cercando di far nascere un nuovo “Ulivo” come è stato suggerito da diverse voci del partito oppure cambiare totalmente la rotta del partito alleandosi con il Terzo Polo per avere una maggioranza forte in Parlamento con il rischio di perdere i consensi degli elettori che da sempre votano a sinistra.