di Leonardo Iacobucci
Non si è fatta attendere l'interrogazione della Lega nord sul volo del neoministro ai rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, da Trento a Roma su un elicottero messo a disposizione mercoledì verso le 13 dalla Provincia per arrivare in tempo al giuramento davanti al capo dello Stato previsto alle 17. “I costosissimi elicotteri Agusta - scrive Alessandro Savoi, capogruppo della Lega nord in consiglio provinciale - sono stati trasformati alla prima occasione utile in lussuosi elitaxi per ministri in pectore”.
Giarda stava partecipando a una riunione del Comitato tecnico provinciale per la finanza locale, di cui è presidente, e i funzionari provinciali che erano presenti dicono che sembrava sorpreso, come se non se l’aspettasse. A Trento Giarda è conosciuto soprattutto come presidente di Cassa del Trentino spa, una sorta di cassa depositi e prestiti provinciale, di cui ha assunto la guida fin dalla costituzione nel 2005.
Un quarto d’ora per decidere se accettare e poi via, trasportato a Roma con un elicottero dei vigili del fuoco di Trento
Volti nuovi, vecchi vizi insomma. “Qualora corrispondesse alla realtà crediamo che oltre all'inopportunità di una simile scelta ci si debba interrogare sulla sconvenienza nel modo di agire. A spese di chi ha viaggiato il neo ministro Piero Giarda nel suo trafelato viaggio verso Roma?”,ha tuonato il deputato del Carroccio Maurizio Fugatti chiedendosi se “ha pagato lui o i contribuenti trentini? Crediamo che una risposta chiarificatrice sia quantomeno opportuna”.
In difesa del ministro interviene il presidente della Provincia Lorenzo Dellai: “Una cortesia istituzionale che non è costata un euro. L’elicottero, era nuovo e doveva fare un volo strumentale di 5 ore”.
Giarda è l’unico tra i 16 ministri che ha una lunga esperienza di vita parlamentare. Dal ’95 al 2001 ha combattuto nel ruolo di sottosegretario al Tesoro, chiamato da Dini e poi confermato da Prodi e Ciampi, per far passare le durissime finanziarie che hanno consentito all’Italia di entrare nell’euro. Ha portato fuori dalla giungla di Camera e Senato 6 finanziarie, 5 manovre e nel ’95 la riforma delle pensioni.
Il compito di Giarda nell’esecutivo sarebbe in sostanza quello di evitare trappole parlamentari. Che non saranno poche. Le contraddizioni di questa strana maggioranza che sulla carta dice di sostenere il governo tecnico finiranno per tradursi in una guerriglia a colpi di emendamenti. Il suo ruolo sarà strategico, dovrà intercettare prima che scoppino le criticità nelle commissioni.
Sarà per questo che ha voluto iniziare il suo mandato cercando di dribblare le critiche di Lega ed opinione pubblica: prove generali.