di Rosario Grillo
I Leghisti la vedono come il fumo negli occhi e perciò hanno disseminato paure e barriere (i CIE sono tra queste ?!) per combatterla.
Tremonti, da saggio (?!), l’ha analizzata e commentata, ma come rimedio, prendendo lucciole per lanterne, ha semplicemente chiesto l’interdizione del mercato cinese.
Berlusconi, con Mediaset, ha cercato di cavalcarla, ma, visto che il cavallo era un ronzino, ne è stato disarcionato.
Le categorie imprenditoriali italiane, peregrine, dietro l’abitudine dell’assistenzialismo e delle svalutazioni della Lira, nella confezione del loro provincialismo, hanno ritenuto che bastasse soltanto la delocalizzazione delle industrie.
L’Italia intera, con la guida della Destra, ne ha subito i contraccolpi e si ritrova sull’orlo della bancarotta, davanti al grave problema dell’integrazione degli immigrati.
Gli antichi dicevano : Historia magistra vitae ; e gli storici autentici – vedi Erodoto nell’antichità - di fronte a questi orizzonti problematici, non esitavano a consigliare il confronto, l’allargamento dei confini, in definitiva il multiculturalismo.
La globalizzazione, nelle onde della storia Universale, è solamente il passare oltre l’Imperialismo e il Neocolonialismo. Richiede il superamento dell’etnocentrismo (l’Occidente non è l’ombelico del mondo), il rimescolamento delle gerarchie, una forte dose di umiliazione delle pretese assurde dell’uomo tecnologico, il mantenimento della bussola della Democrazia e la fiducia nell’Alterità.
Possiamo in questo spirito ristabilire il primato del "Politico" sull’ “Economico".