giovedì 17 novembre 2011

Corrado Clini Ministro dell’Ambiente indagato per inquinamento



di Paola Totaro

Parte sotto i migliori auspici il lavoro del nuovo Governo e tutti noi ci auguriamo che la squadra possa riportare rispetto per l’Italia e gli italiani tutti.
Ma già le vite dei novelli ministri vengono scandagliate e, come spesso capita, saltano furori i primi scheletri.

Corrado Clini neo ministro dell’Ambiente ha alle sue spalle una vita dedicata ai rifiuti e all’ambiente. Soprattutto in merito l’impatto sulla salute delle attività più inquinanti nel nord Italia. Fondamentale l’esperienza acquisita come medico del lavoro nella zona di Porto Marghera, una delle zone più inquinate del Paese.

MARGHERA. All’Asl di Venezia si occupò nel 1989, delle migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi sversati in Libano da aziende Lombarde e riportati in Italia dalla Jolly Rosso.
Giunsero per il trattamento e smaltimento nell’Impianto Monteco di Marghera e Clini si affrettò a rassicurare tutti: “Bruciando due copertoni – disse – si provocherebbero danni maggiori all’ambiente di quelli che comporta questa operazione”. Peccato che le organizzazioni ambientaliste fossero di ben altro parere, ritendendo Clini molto vicino agli interessi delle industrie. “Proponiamo che il direttore generale dell’ambiente, Corrado Clini, sia nominato direttore generale all’industria” chiese Greenpeace nel 1996.

SAVONA. Nel 1990 come esperto del ministero dell’Ambiente dell’allora ministro Giorgio Ruffolo, si occupò dell’area dell’Acna di Cengio, nel Savonese, devastata da anni di attività industriale. I rifiuti di quella realtà sparirono nei traffici occulti che finivano in Campania.
Fu proprio dopo l’inizio della bonifica dell’area Savonese che Clini prese il volo nella carriera di alto dirigente del ministero di cui ora è divenuto ministro.
Nel 1992 parlando di Cengio, dichiarò: “Non esiste alcun ritardo nei lavori”. Purtroppo dopo vent’anni in quell’area la bonifica non si è ancora completata.

MANFREDONIA. Negli anni novanta Clini si occupò anche dell’Enichem (Gruppo Enimont) di Manfredonia.
Gestì 300 miliardi di lire di fondi per il risanamento. L’intervento però è terminato solo qualche anno fa.

VERBANIA. Clini fu indagato tra il 1996 ed il 1997 dalla procura di Verbania, per l’inquinamento causato da un impianto di incenerimento di rifiuti, della società svizzera Thermoselect.
Clini si fece difendere dall’avvocato Carlo Taormina, e chiese ed ottenne di trasferire il processo a Roma. Dopo lo spostamento giudiziario la sua posizione venne completamente archiviata.

BIOCARBURANTI. Il neo ministro è Presidente della Global Bioenergy Partnership, un’associazione che ha come scopo la promozione di biocarburanti, tristemente famosi per i danni ambientali che purtroppo causano. Le foreste tropicali infatti, vengono in gran parte distrutte per far posto alle coltivazioni del mercato dei combustibili.

DISCARICA DI NAIROBI. Nel 2007 i missionari comboniani ed il Corriere della Sera denunciarono le manovre poco chiare aventi per oggetto una discarica di Nairobi (Korogocho)
La società italiana Eurafrica, fu incaricata di effettuare uno studio di fattibilità sull’area vicino a Nairobi dove si trova la discarica intorno alla quale purtroppo sorge anche una baraccopoli. Solo per il progetto la cifra richiesta al Ministero fu di 720mila euro. Cifra altissima considerato che di studi di fattibilità ne erano già stati realizzati almeno tre. La vicenda spinse il comboniano Alex Zanotelli, che a Korogocho ha trascorso 12 anni dando vita ad una comunità cristiana, a convocare una conferenza stampa, per attirare l’attenzione sulla situazione definita “non pulita”.
Corrado Clini, promotore del progetto come direttore del ministero dell’ambiente, ribattè tagliente alle accuse del comboniano, dopo che Pecoranio Scanio bloccò l’intervento: “Forse disturbiamo “the lords of pauperty”, i cosiddetti benefattori di professione, che vivono sulla miseria dei disperati”.