venerdì 2 dicembre 2011

Indignazione e anarchia


di Raffaella Alladio


Alan Moore e David Lloyd, rispettivamente sceneggiatore e disegnatore di quel V for vendetta tanto citato di questi tempi, sono stati intervistati da vari media per interpretare la scesa in campo della maschera di Guy Fawkes tra gli indignati. Mentre David Lloyd, tramite BBC, vede l'uso della maschera come l'uso di un'icona di protesta forte nelle mani di un certo tipo di persone, ovvero di coloro che si sentono oppressi e impotenti in balia di sistemi troppo grandi; Alan Moore appare, nelle righe dell'intervista rilasciata al The Guardian, più cinico in proposito, adducendo il dubbio sulla reale compiacenza dei dimostranti verso il fumetto. Forse, dice Alan Moore, l'utilizzo di questa effige è semplicemente la voglia di un'immagine penetrante e scioccante, cool come lui stesso la definisce, per bucare gli schermi.


Nel tempo delle immagini e delle apparenze la simbologia ha un valore decisamente rilevante, più, molto spesso, dei contenuti e della sostanza dello stesso simbolo; non stupisce quindi la reticenza dello sceneggiatore.


Mettere in scena le idee anarchiche contenute in V for vendetta, con la genialità e profondità di cui è capace Moore, è stato un azzardo; vederle riproposte ora e pensare che si stia realizzando un sogno, sarebbe troppo semplicistico e ingenuo da parte di chi le ha scritte.


Ma i principi anarchici di libertà individuale e forza umana sembrano assolutamente intatti nello scrittore inglese anche a distanza di quasi trent'anni dalla loro esplicitazione nel fumetto.


Tralasciando il processo alle intenzioni degli indignati in relazione all'uso di questa maschera, bene sarebbe riconquistare il valore dell'anarchia .


O meglio riconquistarne il senso per comprenderne la reale portata e farne una filosofia alta e positiva di vera uguaglianza sociale; quella filosofia in cui doveva sfociare il comunismo di Marx come lido estremo della parità tra uomini. Ripulire il termine anarchia dai travestimenti spesso violenti che le si sono appiccicati addosso e farne quel concetto di responsabilità individuale che diventa forza nella collettività.


In poche parole togliersi la maschera di Guy Fawkes per rivestirne i panni e muovere dalla nostra vita e dai gesti che compiamo in essa per cambiare la società.