domenica 27 novembre 2011

Il concetto di destra: da B. a Monti


di Francesco Napoletti

Sul nuovo pseudogoverno se ne possono dire tante, ed è stato fatto (anche qui). Si può parlare di Passera - ma sta volta B. non c'entra - e del suo conflitto d'interessi che comunque non è dei peggiori; si può parlare di Di Paola e del suo alto ruolo all'interno della NATO; si può parlare della dott.ssa Severino come di una considerevole avvocatessa alla giustizia... nonché dello stesso prof. Monti e dei suoi trascorsi nella GS.

Ma fortunatamente la situazione lascia spazio ad un "eppure"!

Eppure nessun ministro è indagato per mafia o per sfruttamento di prostituzione minorile. Neanche un membro del governo è al centro di scandali e inchieste: da quand'è che non si sente parlare di magistratura politicizzata? O di intercettazioni illiberali? O anche solo di un sobrio "forza gnocca"? Tutto questo trascorso, l'Italia lo ha prima subito, poi metabolizzato nell'arco di 17 anni. La politica si era in fine abbassata al livello delle subculture giovanili, tanto che il pdC era una proiezione in grande di un tamarro diciassettenne o di un concorrente del Grande Fratello. Comunque sia stato, passato il passato, oggi è il presente.

Come percepiscono questo esecutivo gli italiani? Principalmente bene, di acqua alla gola non se ne poteva più. Per quanto riguarda l'idea che ciascuno di noi si è fatto di Super Mario e della sua squadra, c'è veramente da stupirsi: nessuno, ma proprio nessuno ha capito che si tratta del primo governo di destra dell'ultimo ventennio. Per avere l'illuminazione ho dovuto leggere l'articolo di apertura dell'Internazionale a firma Giovanni De Mauro. Ammiragli, banchieri, prefetti, ambasciatori, cattolici e altoborghesi... questa, che piaccia o no, è la Destra, riconosciuta tale in tutto il mondo.

La destra di oggi, almeno nell'Italia umiliata da Bellicapelli (e dalla banda Bersani), è diventata sinonimo non più di liberismo ma di libertinaggio; non più di meritocrazia, ma di criminocrazia; non più di Patria, ma di secessione. Si salvano solo i bigottismi più beceri delle frange estremiste dei cattolici lobbysti...

Cari Italiani, destiamoci e, se proprio non riusciamo a non essere un popolo di servi (cit. B.Mussolini), impariamo almeno a dare un nome alle cose!