giovedì 8 dicembre 2011

Monti: anche le pensioni verranno pagate con “strumenti diversi dal denaro contante”


di Leonardo Iacobucci
asinichevolano.altervista.org

Tra gli obiettivi del decreto “salva-Italia” vi è (pare) la lotta all’evasione fiscale tramite la fissazione a mille euro della soglia di tracciabilità dei pagamenti: oltre questa cifra non sarà più possibile pagare in contanti, ma soltanto attraverso carta di credito, bonifici o assegni non trasferibili, ovvero sistemi di pagamento che lascino traccia della transazione.

Il precedente Governo aveva fissato questo limite a 2.500 euro: nel momento in cui la Manovra diventerà legge a tutti gli effetti, non sarà più possibile pagare in contati somme superiori ai mille euro. Monti cerca di importare quindi in Italia quello che da anni è un uso prettamente nordamericano: si mira a scoraggiare i pagamenti “in nero” e la circolazione del sommerso, incentivando l’uso del “denaro virtuale”, tradizionalmente poco diffuso nel nostro Paese. Le norme sulla tracciabilità prevedono per le amministrazioni pubbliche l’obbligo di pagare pensioni, stipendi e compensi di importo superiore ai 500 euro utilizzando soltanto “strumenti diversi dal denaro contante”.

C’è da temere l’ennesimo provvedimento “salva-banche”? O il cittadino avrà solo vantaggi da questa norma? Almeno ufficialmente la manovra Monti prevede conti correnti a zero spese studiati appositamente per le fasce di reddito più disagiate, come i titolari di pensioni minime o sociali. A banche ed intermediari è “fatto divieto” di addebitare alcun costo a queste persone.

In particolare l’art. 12 comma 3-7 del decreto “salva-Italia” prevede:

“3. Il Ministero dell’economia e delle finanze e l’Associazione bancaria italiana definiscono con apposita convenzione, da stipulare entro tre mesi dall’entrata in vigore del presente decreto, le caratteristiche di un conto corrente di base.
4. Le banche sono tenute ad offrire il conto corrente di cui al comma 3.
5. La convenzione individua le caratteristiche del conto avendo riguardo ai seguenti criteri:
a) inclusione nell’offerta di un numero adeguato di servizi ed operazioni, compresa la
disponibilità di una carta di debito;
b) struttura dei costi semplice, trasparente, facilmente comparabile;
c) livello dei costi coerente con finalità di inclusione finanziaria e conforme a quanto stabilito dalla sezione IV della Raccomandazione della Commissione europea del 18 luglio 2011sull’accesso al conto corrente di base;
d) le fasce socialmente svantaggiate di clientela alle quali il conto corrente è offerto senza spese.
6. Il rapporto di conto corrente individuato ai sensi del comma 3 è esente dall’imposta di bollo nei casi di cui al comma 5, lettera d).
7. Se la convenzione prevista dal comma 3 non è stipulata entro tre mesi dall’entrata in vigore del presente decreto, le caratteristiche del conto corrente sono individuate con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Banca d’Italia.”

Cosa dirà l’ABI se davvero le intenzioni del governo dovessero esser serie? Monti & C. non dovrebbero aver problemi a farsi rispettare (se sono in buona fede) dal momento che sono arrivati al governo noti come “uomini delle banche”. Speriamo che almeno stavolta questa referenza sia utile per i cittadini.