lunedì 5 dicembre 2011

Il mondo si scalda


di Pierfrancesco Sozio

È passata una generazione, non parliamo di secoli ma di una semplice generazione; sessant'anni fa il clima era diverso, gli animali si comportavano in modo diverso, le piante fiorivano in tempi diversi, e ad avviso dei nonni, è sempre stato così; ma i dati e le testimonianze raccolte in tutti Italia parlano chiaro:

In Piemonte, dalle parti di Gattinara (VC), la vendemmia si è fatta a luglio, i contadini sono scandalizzati, non era mai successo; in Trentino ci sono uccelli d'alta quota che scendono a terra a cercare cibo, e fioriscono frutti che dovrebbe sbocciare nella prossima primavera. Le estati sono sempre più calde, e l'inverno pure: mia nonna raccontava di come ai suoi tempi si scavavano i tunnel nella neve per andare a comprare da mangiare; ma lo scorso inverno la neve non si è vista, e sono passata a mala pena una generazione!

Piccole cose, che però significano una sola cosa: gli ecosistemi stanno cambiando, si adattano ai cambiamenti; e i cambiamenti hanno una sola principale provenienza: l'uomo.

L'Antartide si riduce a velocità impressionanti, (proporzionali all'enormità del continente), e l'Artide si sta allargando! Cose che non dovrebbe succedere, avvenimenti che il nostro pianeta non è abituato a sostenere;
si stima che i gas serra abbiano avuto un incremento del 30% rispetto agli anni 90;
ma siamo sicuro che l'inquinamento arrivi da noi cittadini? Quanto senso ha comprare un'auto ibrida, fare la raccolta riciclata, installare pannelli solari, quando un paio di scarpe per arrivare al negozio in città fanno un viaggio di qualche centinaio di migliaia di kilometri?

Con la globalizzazione ai mostri dell'economia è iniziato a convenire la ripartizione della produzione; la costruzione di un qualsiasi oggetto, viene suddivisa in tanti piccoli passaggi: prima si fanno arrivare i materiali da determinati punti e trasportati in un fabbrica dove viene assemblata una parte, dopodiché l'oggetto incompleto viene nuovamente trasportato ad un un'altra fabbrica dove gli operai (logicamente sottopagati), assemblano un'altra pezzo e via dicendo, fino a che la scarpa, il computer, il giocattolo completato viene spedito nelle varie nazioni.
Detto questo: quanto consuma e quanto inquina un aereo, una nave e le centinaia di camion che vengono utilizzati? Quanti problemi ecologici e sociali ha portato e provoca tutt'ora questo nuovo tipo di economia nato con la globalizzazione?

Sicuramente ogni nazione deve fare la sua parte per combattere l'inquinamento, ma prima di guardare i relativamente piccoli paesi europei, si guardi alle nuove potenze asiatiche e sudamericane! Responsabili almeno del 50% delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra che stanno letteralmente distruggendo l'ecosistema terra.