lunedì 5 dicembre 2011

La mannaia di Monti


di Luca Quagliani

Lentamente il neo presidente del consiglio, Prof. Mario Monti, getta sul tavolo le proprie carte.


Grazie ad un’equipe di esperti fiscalisti e preparatissimi docenti, dissotterra la propria scure la quale si abbassa pesantemente sulle teste degli italiani. Numerosi i tagli, ma ancor più innumerevoli le tasse aggiuntive. Lo scopo di tutto ciò? Logico: arginare la disastrosa crisi dell’Italia, la quale rischia di trascinare con sé tutta Europa e, conseguentemente, il mondo intero. Nessuno può negare la forte recessione che stiamo attraversando: sembra di rivivere l’ennesimo 1929!

Il professore reagisce così: tagli ai comuni; milioni di euro di sovvenzioni sottratti ai medesimi per essere riversati nelle casse dello Stato. Finalmente vengono decurtati alle Province oltre 1 miliardo di euro di fondi ad esse destinati annualmente. Tutelati i trasporti e, al momento, sembra anche la sanità. Tagliato drasticamente il numero dei consiglieri e, incredibilmente, il Prof. rinuncia addirittura alla propria retribuzione come P.d.C. e Ministro dell’Economia. Davvero encomiabile. Eravamo abituati a giudici, avvocati ed imprenditori miliardari che mai vi avevano rinunciato. Probabilmente il primo ed unico caso nella storia d’Italia. Ma c’è qualcosa che non quadra!

Mentre i sindacati sono ormai scesi sul piede di guerra dopo estenuanti giorni di richieste e trattative ignorate, si profilano inesorabili tasse massacranti. Dal suo canto il supremo Cavaliere Silvio Berlusconi ha già tuonato: “Non ti passasse nemmeno per l’anticamera del cervelletto di approvare una patrimoniale”! Detto fatto: il Prof. è tornato sui suoi passi, ovviamente prendendosela con coloro dai quali sa di poter attingere più facilmente e senza alcuna significativa ritorsione: se si escludono i presumibilmente prossimi lanci di pietre, forconi e torce, ovviamente.

Dove sono i tagli alla politica davvero tali? Dove sono le riduzioni delle auto blu? E non ce ne importa un bel niente che siano state messe in garage le auto straniere per fare spazio a quelle delle industrie “italiane”: non vi sembra, o Santo Cavour, che oltre 629.000 auto blu siano leggermente troppe? Dal 2005 ad oggi, in soli 6 anni, il numero delle auto blu è aumentato di oltre il 200%: chapeau! Questo è uno dei settori nei quali non siamo primi, rispetto agli altri Paesi al mondo: siamo incommensurabilmente vincitori assoluti! Si, vogliamo far ridere anche voi; e quando intendiamo ridere, noi italiani, ovviamente vogliamo far piangere. Ma siamo talmente abituati agli sprechi, all’omertà e all’ipocrisia che, ormai, fanno parte del nostro modo di pensare e della nostra quotidianità. Ebbene: al secondo posto (assoluto?) si piazzano gli Stati Uniti d’America con la stratosferica cifra di 73.000 auto blu. Seguono Francia (65.000); Gran Bretagna (55.000 di recente tagliate dal Governo per via della crisi economica); Germania (54.000); Spagna (44.000) e così via… Mi sembra ci sia qualcosa che non va… Ma lascio ai miei cari lettori l’immaginazione di capire cosa. Dunque, questi tanto paventati tagli e queste tanto temute tasse vengono inclusi in una manovra di circa 30 mld di euro. E così possiamo svelare il colpo di scena: unitamente al loro semplice numero unitario, alle auto blu vanno ovviamente aggiunti i vari costi degli autisti, noleggi e carburanti. Secondo voi, cari lettori, a quanto ammonta lo spreco? L’associazione dei contribuenti lo ha stimato intorno ai 21 miliardi all’anno. Si avete letto benissimo: ventuno miliardi di euro.

Adesso possiamo urlare tutti insieme la stessa domanda che sta passando a tutti noi in questo preciso momento? Carissimo super banchiere economista e presidente dei cavolfiori: ma invece di massacrare chi già è rimasto in mutande, non potevate semplicemente rinunciare alle vostre care scarpe in pelle di coccodrillo indiano pregiate, riducendovi dell’80% i privilegi delle vostre auto blu? Sarebbe stato bello sentire al telegiornale: manovra di 30 miliardi; il 50% della medesima riguarda tagli alla politica. Se Lei avesse fatto una cosa simile, caro Professore, sarebbe stato rieletto per i prossimi 5.000 anni da tutto il popolo italiano con una maggioranza del 101%! Ma era troppo difficile mettersi contro i propri colleghi e fare davvero dei sacrifici per risollevare questo Paese vero? Ma, caro Presidente, non concludo ancora l’articolo con uno scontato epiteto da videogioco, perché ho ancora diverse soluzioni per fronteggiare la tanto temuta crisi; questo perché credo che Lei possa essersele dimenticate. Sa com’è, succede a chi non vive con 1.000 euro al mese. La sola Camera dei Deputati ci costa annualmente oltre 1.160 milioni di euro. Un parlamentare percepisce al netto circa 144.000 euro annui (è sottinteso che questo sia lo stipendio netto, in quanto quello lordo è di quasi il doppio); il solo edificio nel quale adesso Lei risiede (Palazzo Chigi) è costato solo nel 2010, allo Stato, l’irrisoria cifra di 4,7 miliardi. Palazzo Madama quasi un altro miliardo l’anno. Sovvenzioni ai partiti e ai loro giornali: quasi 1 miliardo di euro. Devo continuare? Voglio fermarmi qui, perché se sondassi tutti i costi della politica mi accorgerei che soltanto voi ipocriti costate a noi cittadini (perché siamo noi popolo e non voi nostri dipendenti, lo Stato) la bellezza di oltre 70 miliardi di euro l’anno (includendo quasi tutto, per giunta). Mi sorge il dubbio, professore, che se aveste tagliato solo della metà i vostri costi, non ci sarebbe stato bisogno di alcuna IVA, anzi avreste potuto ridurla di 5 punti e portarla al 15%. L’Ici (o imu o come diamine la volete chiamare per raggirarci meglio) sarebbe continuato ad essere un ricordo. Avreste potuto aumentare gli stipendi alle forze dell’ordine, agli insegnanti, ai dipendenti statali e tutelare i disoccupati e i cassa integrati con appositi sussidi. Se poi aveste voluto tagliare un ulteriore 10%: altro che crisi! L’età d’oro avremmo avuto! Io sono un giornalista, studio, mi informo, lavoro come tutti, non sono un genio né un idiota come lei pensa della maggioranza di noi. Ho voluto tralasciare tanti altri temi, come l’inadeguatezza dei controlli sui veri ricchi del popolo italiano (manager, imprenditori e così via…) per non metterla ulteriormente in imbarazzo. Ma non mi costringa a farlo di nuovo. Anche se questo articolo Lei non lo leggerà mai, sappia che la nostra pazienza ha un limite. E lo abbiamo superato 30 anni fa!

Adesso posso dirlo, caro Prof. venduto e corrotto: GAME OVER!