mercoledì 30 novembre 2011

Quale scuola per le generazioni future


di Raffaella Alladio


E' di questi giorni il rapporto della Fondazione Agnelli sulla scuola media italiana. In tempi di crisi tra il cambiamento di Governo e la corsa alla vendita dei titoli di Stato. In tempi dove tutti sono diventati specialisti di spread, BOT e CCT e manovre finanziarie più o meno creative; in tempi come questi, la notizia che la scuola secondaria inferiore stia letteralmente crollando a pezzi, è notizia da poco.


Ma il quadro fallimentare presentato dalla Fondazione Agnelli è veramente a trecentosessanta gradi: gli insegnanti sono i più vecchi all'interno dell'Ocse (età media cinquantadue anni) e denunciano loro stessi una mancanza di formazione su tecnologia e gestione della multiculturalità; sembrano addirittura in difficoltà nel comunicare con i genitori e nella gestione ordinaria di una classe. I preadolescenti mostrano uno scarso gradimento all'inizio del percorso scolastico che tracolla letteralmente alla fine. Gli studenti stranieri nati in Italia, che quindi all'ingresso in prima media mostrano una preparazione del tutto paritaria con i colleghi italiani, alla fine dell'ultimo anno, con un sostegno minimo da parte delle famiglie, ne escono quasi impoveriti.

Un fallimento su tutti i fronti.


Ma la scuola non è il bacino di formazione per le generazioni future?


Un tale disastro, che temo potrebbe tranquillamente interpolarsi al ciclo di istruzione superiore, è più inquietante di qualunque pessima manovra economica perchè porta alla lesione delle menti sul lungo termine. I nostri figli non solo non avranno le competenze per gestire uno Stato e crescere come esseri umani, ma saranno, ben più grave, obbligati ad accettare ciò che imporrà loro chi ha tali competenze, senza la minima capacità di critica. Saranno in balia degli eventi ancor più di noi e se già il senso di impotenza sembra pesante di questi tempi, per loro, per i piccoli uomini di oggi, la prospettiva della stupidità sembra inevitabile.

"L'arma più potente nelle mani dell'oppressore è la mente dell'oppresso" Questo lo diceva Steve Beko in Sudafrica.


Una verità schietta che arriva al cuore del problema. Solo una mente stimolata e formata può essere libera e la libertà mentale è l'unica arma in possesso di qualunque essere umano.


Se la politica di Governo, qualunque esso sia, non ha interesse ad occuparsi di problemi a lungo termine come la scuola perchè ininfluenti nei giochi della politica stessa, questo è il vero problema.