sabato 19 novembre 2011

Il bel paese: a chi andrebbero accumunati i No Tav?


di Roberto Carroll

Come dovremmo considerare i No Tav? Come persone che frenano il progresso socio economico opponendosi agli alti interessi dello Stato in nome di un particolarismo territoriale? Od ancora come terroristi o sovversivi mascherati da gente comune? Come ottusi che di fronte a studi comprovati e certificati dal Ministero sul minimo impatto ambientale causata dall’alta velocità ostentano studi di “parte” e quindi non attendibili?

O viceversa vanno visti in una prospettiva che ci rimanda ad un eterno conflitto che attraversa la storia umana e che è traducibile in colonizzatori e colonizzati?

Con le dovute proporzioni sembra di assistere ad un film western dove il protagonista è la ferrovia, simbolo del progresso “bianco”, dello sviluppo economico e del benessere sociale. Una ferrovia che nella sfrenata corsa all’Ovest non può permettersi ostacoli e di fronte agli indigeni, ai pellerossa, chiede protezione alle giacche blu.

Il capitano Custer alla guida dei suoi bravi incita: “Spazziamoli via, questi selvaggi!”. Ed al suono della tromba di ordinanza carica sul Sand Creek in nome del progresso.

Attualizzando possiamo spostarci in Amazzonia e ricordare la strenua difesa che gli indios fanno della propria foresta di fronte all’incalzare del “progresso” bianco.

Quindi: a chi andrebbero accumunati i No Tav?

C’è che sin oggi sia governi di centro destra che di centro sinistra li hanno fatti passare come coloro che ostacolano il grande destino dell’Italia che senza questa arteria cruciale per collegare la Francia ai Balcani ci lascerebbe fuori da un luminoso sviluppo economico.

I Grandi Destini. Bisogna fare attenzione con le parole, bisogna fare attenzione alla pericolosità degli slogan. I Grandi Destini della Patria hanno accumunato le dittature fascio naziste, nella loro visione di un mondo diviso tra selvaggi da estinguere e civili da valorizzare. I Grandi Destini si sono mossi in nome del Progresso, mitizzando la macchina, la velocità ovvero ciò che stacca l’uomo dalla sua condizione naturale. Quindi destra sinistra si sono trovate concordi sia in questa visione futurista del progresso che in questo luminoso revisionismo ambientale.

Le modalità di approccio dei due schieramenti non sono state uguali. Prodi li trattò come bimbi dell’asilo (“Basta parlarci, spiegare loro la situazione…”) a sarebbe bastato spiegarne l’utilità per ammansirli e condurli verso gli alti destini, mentre Berlusconi ( o meglio Maroni) hanno stabilito per loro i presìdi permanenti degli alpini, la polizia in antisommossa ed in ultimo da tre mesi ad un anno di carcere per chi manifesta tentando di occupare il cantiere di Chiomonte (e già ce c’erano, via cautelativa, stessa pena per chi tenta di accedere a La Maddalena).

Alla luce delle nomine volute da Monti e dei nuovi ministri delle Infrastrutture e dell’Ambiente le cose non prenderanno certo una diversa piega.

Il neo Ministro all’Ambiente Corrado Clini è reduce da una vicenda di smaltimento di rifiuti pericolosi, italiani, sversati in Libano nel 1989; poi è stato indagato fra il 1996 e il 1997 per l’inquinamento prodotto da un inceneritore. Per quest’ultimo difeso dall’avocato Taormina, il processo fu spostato da Verbania a Roma dove ha trovato l’archiviazione. Nel 2010 caldeggia l’energia nucleare ed adesso, nella sua nuova veste cosa farà? Spenderà parole in favore del nucleare alla faccia del referendum, forse perché vede nel campo smaltimento scorie delle nuove Join Venture con cui far decollare indici di Borsa, oppure quando parlerà del tema terrà conto della volontà popolare e del disastro giapponese?

Passera,neo ministro dello sviluppo economico/ infrastrutture ed A. D di Intesa San Paolo, auspica un’ accelerata sul completamento della Torino / Lione.

Insomma ci sono tutte le premesse con queste due personalità tecniche che i Non Tav debbano restare confinati nella loro riserva a guardare il Cavallo di Ferro che passa ed il Bufalo costretto a lasciargli il passo.

Tra le tante proteste che attraversano il nostro Paese sarebbe il caso di farne una più vibrante e che abbia come slogan il “rallentate tutto” e un “riprendiamoci la qualità del territorio e della vita” visto che una volta questo era universalmente conosciuto come: il Bel Paese.