Nelle scorse giornate abbiamo assistito, con speranza e curiosità, alla formazione di un nuovo governo da parte del professor Mario Monti.
Gruppo governativo nel quale ritroviamo una rilevante presenza femminile, non tanto per l'estensione numerica, essendo tre donne, quanto per i ruoli fondamentali ricoperti dalle ministre.
E' indispensabile, per la nostra coscienza democratica e sociale, conoscerle ed imparare ad apprezzare la loro possibilità d'azione, senza ovviamente dimenticare di sorvegliare con menti vigili il futuro operato.
Iniziamo da colei che detiene un primato storico: la professoressa della Luiss di Roma Paola Severino, prima ministra della giustizia d'Italia.
Una delle più note avvocatesse penaliste, si è battuta per la giustizia difendendo anche l'unione delle comunità ebraiche nella causa contro Erich Priebke, ex ufficiale delle SS.
Passiamo poi ad Anna Maria Cancellieri, la quale ritengo sia giusto presentare iniziando da una sua stessa dichiarazione: « L'8 marzo lo abolirei, la donna non deve sentirsi razza a parte, perché siamo molto meglio degli uomini».
Lady di ferro, come viene soprannominata, è un prefetto in pensione, una commissaria straordinaria presso il Comune di Parma che è ora diventata ministra degli interni di quest'ultimo governo.
Dal 1861 ad oggi in Italia è solamente la seconda volta che una donna detiene questo ruolo.
Non ultima Elsa Fornero, nuove ministra del lavoro e delle politiche sociali, con delega alle pari opportunità.
Essa ricopre varie posizioni di prestigio, fra i più importanti possiamo citare: la vicepresidenza del Consiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo ed il ruolo di professoressa in Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Torino. E' una delle personalità che maggiormente possiamo definire esperta su temi riguardanti il mondo del lavoro tanto che la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso ha dichiarato:“Elsa Fornero è una serissima competente”.
La presenza meritocratica femminile all'interno della nuova realtà di potenza governativa appare innovativa in un'Italia nel quale le donne sono ai margini del potere.
Negli ultimi tempi, e non solo, il messaggio trasmesso, ad esempio, dalla cronaca politica è che l'importanza femminile sia subordinata, attraverso vari mezzi, a quella maschile.
Ancora nel 2011 la parola “femminilità” è equivalente a “debolezza” ed è come se la donna debba essere punita per sua sessualità pagando un prezzo più alto in ogni situazione che le si presenta.
Si spera, quindi, che questo governo tecnico sia l'inizio di un mutamento della situazione non solo politica ma soprattutto femminile italiana.