lunedì 14 novembre 2011

E’ la storia che lo richiede


di Daniele Pezzini

Immaginatevi il 2050. Quando saremo troppo vecchi per studiare la storia, ma avremo l’età giusta per tramandarla. Quando i nostri nipoti leggeranno sui testi scolastici che il 12 Novembre 2011 qualcosa di importante è successo in Italia. Quando ci chiederanno perché questa data è stata così cruciale per la nostra generazione. Immaginatevi quale sarà la nostra risposta.

Berlusconi dopo una lunga agonia, è stato costretto dall’impietosa legge dei numeri a rassegnare le proprie dimissioni. L’epopea politica del cavaliere, durata tra alti e bassi più di 17 anni, è finalmente giunta al termine. Il paese necessita ora di risollevarsi innanzitutto sul piano economico e Mario Monti è stato scelto dal Presidente Napolitano proprio per questa ragione: formare un governo tecnico in grado di trascinare l’Italia fuori dalla crisi e traghettarla alle prossime elezioni. Questo l’incarico affidato agli esperti, personalità competenti che ci auguriamo possano portarlo a termine nel più breve tempo possibile. Guardando oltre però, l’incarico più delicato è stato assegnato a noi. Non dal Presidente della Repubblica, non dall’Unione Europea né da qualsiasi altra forma di istituzione politica. Ci è stato assegnato dalla storia, e più precisamente da una necessità storica di cambiamento che riguardi il piano sociale e culturale di un paese martoriato.

Ora non abbiamo più scuse. Tutti noi abbiamo il compito di metterci alle spalle il periodo delle veline, delle escort e degli scandali sessuali. Delle barzellette, delle corna e delle figuracce a livello internazionale. Del populismo e del culto della personalità del capo. Dei condoni, del conflitto di interessi, delle leggi bavaglio e di quelle ad personam. Delle collusioni con la mafia, dei processi sommari e delle prescrizioni. Questo non può che arrivare dal basso, da un popolo italiano stanco di tutto ciò e desideroso di ripartire verso un futuro migliore. Non possiamo infatti pretendere dalla nostra classe dirigente una svolta post-berlusconismo se non siamo noi i primi a volerla e a impegnarci nel quotidiano per ottenerla. Forse questo è un ideale irrealizzabile, forse richiederà solamente tempo e sforzi considerevoli. Solo così però potremo consegnarci alla storia con la consapevolezza di aver fatto la nostra parte.

Solo così la nostra risposta potrà essere: “ Quel giorno l’Italia s’è desta e a partire da quel giorno è rinata.”