martedì 22 novembre 2011

Cruciani, "La Zanzara" e la trasmissione che non t'aspetti.


di Maurice Bisaccia

La radio non la segue più nessuno. Qualcuno addirittura dice che è morta. Certo, non fa più gli ascolti della tv nè degli '60, ma c'è un programma - e molti lo conoscono già - che produce ancora quel fermento e quel dibattito monopolio ormai della sola televisione. Si chiama "La Zanzara" e va in onda su Radio 24 tutti i giorni dalle 19.30 alle ore 21.00, condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo.

Il format non è dei più innovativi, anzi si inserisce perfettamente nel classico modello di radio talk show dove i fatti del giorno (in particolare le dichiarazioni dei politici del giorno) vengono commentati dalle due voci critiche dei conduttori, arricchite da interviste di ospiti illustri e accompagnate dai giudizi dei telespettatori da casa. Verrebbe da pensare che non c'è niente di straordinario, eppure in questa trasmissione c'è una ricetta di successo. Fate un esperimento: scrivete su Google "La Zanzara" e poi cercate tra le News recenti, vi accorgerete, che nel bene o nel male Parenzo e Cruciani creano dibattito politico a tutti i livelli. Analizziamola allora questa trasmissione e scopriamo perché un programma radiofonico riesca ancora oggi, che il dibattito è quasi monopolio del piccolo schermo, a catturare attenzioni e far parlare di sè.

L'ingrediente numero uno non può che essere il conduttore. Giuseppe Cruciani è una persona ambigua, il cui pensiero non si cattura immediatamente. E' un convinto liberista, anzi un puro liberista, che prende di petto ospiti e pubblico senza giri di parole. Con la stessa confidenza con un cui un campione palleggia durante il riscaldamento lui ti intervista un Senatore della Repubblica. Con la stessa - moderata - sfrontatezza con cui ci si rivolge ad un amico al bar lui si rivolge ad un ministro. Ha saputo spazzare via con leggerezza gli usi televisivi in cui gli ospiti stra-selezionati fanno i conduttori senza che poi il conduttore vero possa obiettare senza essere bastonato. Non è Porta a Porta ecco. Chi parla, che sia un ministro o che sia un semplice spettatore da casa deve fare i conti con Cruciani e Parenzo.

Sembra banale ma non è cosa da poco. Oggi non esistono più talk show con un vero dibattito. Ho già illustrato cosa accade in Tv con gli ospiti di lustro e la situazione peggiora con il rapporto trasmissione/pubblico da casa. Alla tele non c'è spazio in realtà per il pubblico, anzi, la triste verità è che gli spettatori che si esprimono al telefono hanno già un copione da recitare. Alla "Zanzara" chi parla è libero: questo è un fatto non un giudizio. Ovviamente, per rendere efficace il confronto è giusto dire che mentre in Tv l'ascoltatore sembra libero perché gli si dà sempre ragione (avendogli già detto cosa dire o essendosi accertati che non dirà nulla di scomodo), da Cruciani sembra non esserci la stessa libertà perché chi parla deve saper sostenere le sue tesi di fronte al conduttore. In questo è un format nuovo, dove non parla chiunque o chi ha posizioni scontate, parla chi chiama a condizione d'esser disposto a mettere alla prova il fatto di essere persona informata. Non basta aver qualcosa da dire, è necessario aver qualcosa da argomentare, e cosa ancora più positiva, vale per tutti, politici compresi.
Gli ospiti illustri, la parità di trattamento, l'ampio spazio lasciato alle opinioni del pubblico non hanno reso Cruciani immune da una pioggia di critiche. Se questi elementi hanno reso illustre la trasmissione di Radio 24, è il pensiero politico del conduttore che è stato spesso interpretato come assoggettato al potere o estremamente di parte. Senza dubbio Giuseppe Cruciani è di parte, ha una sua chiara posizione ma le critiche a lui rivolte a mia opinabilissima vista sono figlie di una troppo dicotomica e ormai sicuramente superata visione del mondo Destra-Sinistra senza vie di scampo. Che il giornalismo non sia mai "oggettivo" è qualcosa di ovvio anche se a noi piace sentirci dire il contrario. Anzi, se il giornalismo fosse solo oggettivo e solo super partes allora tutti i programmi, tutti i giornali sarebbero identici. Questo conduttore non ha mai nascosto il suo credo politico, senza però che questo influisse sulla trasmissione. Hanno trovato spazio tutti, da Travaglio a Mastella, da Sgarbi a Morgan passando per parlamentari e figure di ogni schieramento. Tutti trattati con la stessa ironia e cinismo. Forse le critiche allora derivano dal fatto che fare l'ascoltatore e l'ospite da Cruciani non è facile, ma è questo che lo rende interessante. Essere d'accordo con il giornalista romano è una questione soggettiva, io ad esempio dissento quasi su tutto quello che dice, ma il fatto che riesca a parlare con tutti di tutto è indiscutibilmente un punto di forza. Tanto che anche persone di spicco, dalla lingua pungente come quella di Giuseppe Grillo hanno evitato di farsi intervistare. E infatti negli ultimi giorni su Twetter rimbalzava questa frase satirica: "Primo punto dei neoministri: non farsi intervistare dalla Zanzara".

Concludendo questa recensione su "La Zanzara" di Radio 24 mi sento di consigliarvela, che siate di destra, di sinistra o che abbiate semplicemente voglia di sentire i nostri politici cosa dicono. Dobbiamo ricordarci che in democrazia vanno ascoltati tutti, specialmente coloro coi quali non siamo d'accordo. Se c'è qualcosa che mi ha colpito di questo show, al di là del fatto che possa piacere o meno, è come spesso comuni cittadini abbiano anche messo in crisi Cruciani stesso attraverso ragionamenti e senza frasi di fatto. Mi piace quando Cruciani respinge i complimenti allo show, falsi e di circostanza. A mio avviso, se in un programma si riesce a parlare ed essere controbattuti, se non è sufficiente dire "siete tutti ladri" o "tutto và bene" per ottenere vetrina ma è necessario sudarsi lo spazio messo a disposizione, allora è oggettivamente un programma che funziona. Non che piace, che funziona.