domenica 5 febbraio 2012

Garanzia


di Rosario Grillo

La parola garanzia ha un uso diffuso nella società odierna e tale capillarità rischia di far dimenticare l’applicazione che se ne fa : in parole povere, l’uso pratico.

L’uso pratico, infatti, con i ritmi della vita moderna, rasenta la normalità e, direi quasi, la “ norma “, ovvero quel che è sancito dalla legge, giuridicamente fondato. Nella realtà l’utilizzo ha sostituito la norma ( la legge ), sovvertendo il normale ordine; comunque sia, tranciando la necessaria, benefica dialettica tra teoria e praxis.

L’attuale presidente del Consiglio è stato scelto come figura garante .

La scelta, molto atipica anche se necessaria, è stata compiuta con il concorso di diversi soggetti.

Il Presidente della Repubblica, nell’ambito delle sue prerogative costituzionali, motivato dallo stato di pericolo che correva l’Italia sullo scenario interno ed esterno. Il Parlamento, nel rispetto dei crismi di una repubblica parlamentare, ha espresso chiaramente e con grandi numeri la sua fiducia. La Comunità europea, nel contesto della crisi finanziaria dell’euro, sospinto dalla crescita abnorme del debito pubblico italiano divenuto centro d’irradiazione della crisi europea, ha chiesto con i provvedimenti di rientro del debito, la figura garante della politica di austerità orientata al raggiungimento di tale obiettivo. Con ciò possiamo dire che Monti è diventato implicitamente il garante della salvezza dell’Europa.

Garante, bisogna aggiungere, è anche complementare di galantuomo. Quest’ultimo, infatti, soprattutto sul piano del costume, è inteso come “ colui che, mettendosi al di sopra delle parti, è in grado di far rispettare la legge e di riconoscere eguali competenze alle controparti “.

Monti, in particolare, è sembrato, agli esordi, consapevole di questa funzione ed ha, per questo, ( nominalmente ) scelto la bussola dell’equità assieme a quella del rigore .

Poi…visto che la prassi è una tentazione, o che gli ingranaggi di un sistema di cose, cristallizzato da lungo tempo e rafforzato da convenienze di parte, possono forzare la mano, la bussola ha perso l’ago dell’equità e si è sbilanciata sulla rotta dell’austerità, così forzata da divenire grave recessione.

Se cerchiamo di andare nell’interno delle convinzioni liberali ( nello stile del conservatore ) di Monti, possiamo ritrovare un’inclinazione a lasciare la direzione dell’iniziativa economica nelle mani delle grandi forze capitaliste, tutelando la libertà della concorrenza. Ma lo stato della crisi, lo squilibrio accentuato della distribuzione della ricchezza, moltiplicatosi all’inverosimile negli anni del neoliberismo galoppante e cresciuto ulteriormente con la crisi, richiede, ad onore della garanzia, che si compensi lo squilibrio.

Come? Aumentando gli oneri di coloro che più hanno e più hanno avuto ed ancor di più, in proporzione, debbono dare come contributo allo Stato.

Nel seguito dell’azione di questo governo, alla luce del significato della parola garanzia, è d’uopo chiedere e pretendere maggiore giustizia sociale.