domenica 5 febbraio 2012

Economico caos


di Raffaella Alladio

L'intrigo in materia economica è qualcosa di ben più ostico del miglior intreccio del miglior romanzo del miglior giallista che il mercato possa offrire al momento...

Incomprensibile. E ciò che mi suscita perplessità pressanti che non mi lasciano dormire la notte e nemmeno il giorno; che perdurano irrisolte nella mia mente punzecchiando il nervo dell'acceso/spento senza farlo scattare, è: ma gli economisti le capiscono queste cose?

Forse non è di comprensione nell'accezione più linguisticamente ricercata del termine che si ha bisogno per l'interpretazione di definizioni e teorie in ambito economico, bensì di capacità creativa per l'aggregazione dei differenti elementi al fine di raggiungere il proprio personalissimo obiettivo; che diviene quindi punto di partenza. Stabilito ciò che si vuole ottenere si cercano le dovute definizioni, le si agganciano reciprocamente con gli idonei meccanismi e... voilà: la teoria voluta, desiderata e cercata è pronta per essere servita, consumata e rigettata... nel cestino per far spazio alla successiva, temporalmente più consona, privatamente utile alla nuova esigenza.

Dalla voce Banca dell'enciclopedia sono saltata alla voce base monetaria per indietreggiare (o avanzare visto l'ordine alfabetico) al termine moneta, passando per: liquidità, circolante, aggregato monetario. E i depositi? Ma non basta: titoli, obbligazioni, impieghi; per arrivare alla riserva: obbligatoria, valutaria o bancaria?

E se uno volesse capire cosa s'intende veramente per mercato? Questa mano invisibile tanto equa e indifferente quanto "apparentemente" pilotata da altre mani vagamente visibili e proterve, interessate e furtive, mani non così eque e molto poco indifferenti al proprio quanto molto indifferenti agli altri; se uno volesse capire cos'è il mercato?

Entra in un programma di autodistruzione della propria autostima: mercato, mercato finanziario, mercato dei capitali, mercato monetario, mercato valutario, mercato organizzato e mercato regolamentato, mercato ristretto, mercato unico e si tralascia per il momento il fantasmagorico mondo del mercato telematico...

In stato di disavanzo energetico cerebrale, per mantenere una terminologia lineare con l'argomento, si può tentare un approccio di approfondimento sulla tipologia bancaria. L'impresa potrebbe sembrare, ingannevolmente, più agevole, ma... banca centrale, banca centrale nazionale, banca d'Italia, BCE, banca europea degli investimenti, banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e, infine, la banca mondiale che in realtà è la banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo.

Già l'abuso terminologico che vede ricostruzione e sviluppo accanto al sostantivo banca mi suscita dubbi, perplessità e sguardo accigliato, ma è la frustrazione che continua spavaldamente a padroneggiare tra le sensazioni che emergono da questa ricerca.

E' un marasma di competenze che si intrecciano e si scambiano saltando da un'area geografica all'altra; un intrigo di situazioni naturalmente differenti che vengono differentemente gestite dallo stesso ente ma con un altro nome o lo stesso nome a identificare tutt'altra funzione.

Il disordine pare sovrano; o meglio un tentativo di ordine apparente la cui funzione sembra logicamente tendere al sottostante caos.

Fisicamente parlando il sistema economico è la messa in opera del secondo principio della termodinamica quando enuncia la tendenza di ogni sistema naturale verso il massimo grado di entropia ovvero verso il massimo grado di disordine. Banalmente un bicchiere può passare dal suo essere intero al frantumarsi in mille pezzi precipitando al suolo, ma l'inverso processo è quanto meno improbabile...

Idem per il sistema economico e finanziario la cui tendenza al caos sembra l'unica tendenza naturale... Naturale? O consapevolmente guidata dalla mano di qualche umanoide con la sindrome del padre eterno?

Forzare nella direzione naturalmente disposta è relativamente agevole e poco faticoso. Quando, poi, la conoscenza individuale viene contrapposta all'ignoranza generale, il gioco si fa ancora più semplice.

Quindi dopo aver messo a dura prova la forza di volontà con spossanti letture e tentativi d'interpretazione, mi appello a un vechio principio filosofico secondo cui non tutti possono capire e sono quindi costretti a credere. Facendo voto di fede mi arrogo sempre e comunque il diritto di provarci e cercare cocciutamente il primo anello della geometria frattale, quello da cui tutto parte per riprodursi uguale a se stesso arrivando a ciò che di più bello e semplice esiste: la natura.