martedì 10 gennaio 2012

Le Idi di Marzo - Corruttori e Corrotti


di Lucia Pugliese

In questi giorni le primarie repubblicane americane occupano di frequente i servizi dei nostri telegiornali: chi sfiderà Obama alle prossime elezioni? Sarà il fondamentalista cristiano Santorum (speriamo di no), sarà Mitt Romney, sarà Ron Paul? Questi candidati hanno davvero qualche possibilità contro il presidente uscente, e quali sarebbero eventualmente le ripercussioni in politica estera?


Da qualche settimana anche al cinema possiamo immergerci nell’atmosfera elettorale USA con il film “Le Idi di Marzo”, prova di regia di George Clooney, che alterna il ruolo di belloccio della pubblicità del caffè a quello di regista impegnato. Anche il Presidente della Repubblica ha fatto la fila al botteghino per assistere a questa pellicola un po’ cupa sui mali della politica, tratta da un testo teatrale di Willimon. C’è da dire che Clooney non affonda davvero il colpo: il film rimane in superficie, e si mostra più come un romanzo di formazione che una pellicola di riflessione politica. Tuttavia, riesce comunque a fornire spunti interessanti.

Attraverso gli occhi di Stephen (Ryan Gosling), giovane e brillante addetto stampa del candidato democratico Mike Morris (George Clooney), viviamo da vicino cosa accade dietro le quinte delle elezioni, nello specifico le primarie dei democratici, e ci appassioniamo a quella che sembra una vera e propria lotta del bene contro il male. Mike Morris è brillante, e propone alla gente grandi ideali: equità, ecologia, progresso. I suoi rivali invece avanzano proposte discutibili, come una possibile tassazione dell’aborto.

Scegliere da che parte stare sembra fin troppo facile, per Stephen, ancor più perché Morris pare davvero ciò che sembra e vive una vita coerente con i propri ideali. Finchè non emerge un segreto, e il governatore diventa all’improvviso ricattabile. Viene alla luce così una ragnatela di intrighi e sospetti, un gioco all’ultimo voto tutt’altro che pulito. Stephen, che si vede sconfitto nelle illusioni come nel lavoro, fa la parte di Bruto che colpisce Cesare, quella del traditore per eccellenza: tuttavia, in primis, è stata la sua speranza ad essere delusa.
Come le nostre d’altronde, e accade tutti i giorni. Con questo film Clooney sembra volerci mettere in guardia: ne le Idi di Marzo la corruzione è un meccanismo sottile, che agisce a mo’ di domino, travolgendo piano piano ogni cosa. Le parole di Morris risuonano allora vuote, infine, ma non solo le sue: in realtà niente ha più significato laddove ciascuno è ricattabile, e le idee, seppur buone, vengono prima passate attraverso il tritacarne delle ambizioni. Con buona pace della democrazia.

Ma Clooney scopre l’acqua calda: non ci è forse dato sapere quale sia la situazione negli USA ma la politica Italiana dimostra da diversi anni di essere un ricettacolo di corruttori e corrotti, impegnati in vere e proprie danze della poltrona. Per non parlare, poi, delle collusioni con la mafia vere o presunte. Il topo nel formaggio, tanto caro a Travaglio, è quasi la normalità.

Clooney pone il problema, ma in effetti non prova nemmeno ad ipotizzare una soluzione. Che pure, deve esserci, anche perché sarà dura risolvere qualsivoglia problema economico e sociale se il sistema continua ad essere pieno di buchi. E allora, che fare?Quali i rimedi per il male, quali le iniziative, quali le lotte che dovremmo mettere in atto, sia con noi stessi, che nel piccolo, fino ad arrivare poi ai livelli più elevati?