martedì 10 gennaio 2012

La consapevolezza rende liberi


di Raffaella Alladio


Il piacere è la soddisfazione di un bisogno. Ma se non c'è un reale bisogno da soddisfare, dov'è il vero piacere?

Riconoscere i propri reali bisogni materiali e spirituali porta alla costruzione di una personalità pulsante; perchè l'impegno al soddisfacimento di questi reali bisogni permette di raggiungere un piacere così alto da illuderci di essere vicini alla felicità.

E chi non vuol essere felice?


Il sistema sociale in cui è immersa la nostra vita quotidiana è qualcosa di estremamente lontano da tutto ciò.

Il mondo delle immagini ha mandato in overdose il nostro cervello; lo ha intossicato di bisogni fittizzi affinchè potesse reggersi il capitalismo industriale basato sulla produzione e sul consumo.

E chi può ancora essere felice?

E soprattutto, qualcuno ancora anela ad essere felice?

Qualcuno si chiede come poter essere felice?


Il primo passo per riconquistare il diritto ad essere felici ( o quantomeno provarci...) è sbattersene allegramente delle lezioni di alta retorica messe in scena dalla classe politica; essendo queste architettate nel tentativo di persuaderci che l'ingiusto è giusto, l'illecito è lecito, l'immorale sacrosanto, il corrotto incorruttibile, il furbo sapiente e via di questo passo.

Poi occuparsi dell'anima usando la propria testa senza demandare a categorie preposte e prepotenti di occuparsene in nostra vece.


E, in ultimo, ripartire da tali presupposti per fare della vera politica. Tutti insieme, cinquanta milioni di persone impegnate nella gestione della cosa pubblica perchè come dice Pericle: "Un cittadino non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private"

e continua


"Un uomo che non si interessa dello Stato non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè soltanto in pochi siano in grado di dar vita a una politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla"

Quindi per iniziare a fare la vera politica riappropriamoci innanzitutto della nostra capacità di giudizio. Con umiltà ammettiamo tutta l'ignoranza di un paese annichilito negli anni e acquistiamo la consapevolezza che ci renderà finalmente liberi.


"Crediamo che la felicità sia il frutto della libertà e la libertà sia solo il frutto del valore"

(Ad Atene noi facciamo così di Pericle)