di Raffaella Alladio
Leggendo il sondaggio "Gli italiani e lo stato" realizzato da Demos & PI per La Repubblica, tre dati spiccano sugli altri: la Chiesa è passata da un indice di gradimento di inizio secolo pari al 59,2% all'attuale 45%, l' Unione Europea dal 53,1% in concomitanza con l'entrata in vigore dell'euro al misero 36,6% odierno e infine le banche che, dal non eccellente 30,4% del 2001, si ritrovano a fare i conti con un vergognoso 15,4% del 2011.
Insomma, grossolanamente parlando, un vero tracollo, di circa quindici punti percentuale, per le tre istituzioni ai vertici del sistema moderno: religione, politica, economia.
Osservando poi i numerini che, per le tre istituzioni, si riferiscono allo scorso anno vediamo come la delusione per l'Europa unita sia fatto recente; lo scorso anno godeva ancora, infatti, di fiducia da parte del 49,2% degli italiani. Mentre sul fronte ecclesiastico la faccenda si fa più retrò dato che già lo scorso anno soltanto il 47% della popolazione era ancora disposto a concedere fiducia agli alti prelati. Per quanto riguarda le banche, poi, anch'esse come il fronte politico hanno visto un vero e proprio tracollo nel 2011 (dal 22,6% del 2010 al 15,4%) ma accompagnato da una sfiducia crescente già negli anni precedenti.
Quindi agli italiani l'Europa non piace più; le istituzioni politiche nazionali non sono mai piaciute un granchè; la religione, almeno quella cattolica e nella sua veste terrena, ha perso un po' del suo fascino e il libero mercato non è stato all'altezza delle aspettative.
Applicando, poi, il principio democratico della maggioranza a questo sondaggio, si nota come le uniche voci che uniscono più del 50% degli italiani sono: Forze dell'ordine (in cui ha fiducia il 71,8% degli italiani), il Presidente della Repubblica (65,1% dei consensi) e la scuola (55,7%). Per fortuna che c'è la scuola, fortunatamente più pubblica che privata, a dare quel tocco di illuminismo ad una lettura altrimenti un po' cupa. La fiducia nel Capo dello Stato, tanto più se comparata a quella nei confronti del Parlamento (8,9%), lascia perplessi pensando che la nostra è una Repubblica parlamentare e non presidenziale dove il Presidente, per quanto importante, riveste compiti prettamente formali.
Quindi si potrebbe dire che ci fa schifo quello che facciamo, ma ci piace parecchio come lo facciamo...
Le forze dell'ordine hanno, dalla loro, il fascino della divisa che per l'italiano medio è sempre stato e sempre sarà un fascino irrefrenabile. Sarà che siamo casinisti nell'anima, ma l'ordine imposto ci attira come una calamita. E' nella nostra indole e soprattutto nella nostra storia; siamo un popolo che: ha bisogno di regole, che cerca immancabilmente di calpestarle, che inneggia a chi si impone per farle rispettare.
In definitiva un paese,l'Italia, a metà tra il confuso e il deluso che mostra di avere poche speranze in ciò che ha di fronte ma che, come ogni volta, tende a tornare al passato quando il presente non lo soddisfa più, invece di usare, anche in ambito civico, la creatività che lo ha distinto in tanti settori.
Insomma, gli italiani vorrebbero un paese differente, ma non sanno più bene a chi demandare il compito di farlo...