mercoledì 4 gennaio 2012

La curiosa storia dello stenografo che guadagna quanto il re di Spagna


Uno stipendio da re. Ma lui non è né un re né un imperatore, e nemmeno un magnate della finanza, né un manager, né un capo di Stato, ma soltanto uno stenografo. Sembra una barzelletta, ma non lo è: a rivelare la curiosa storia dello stipendio d'oro di uno stenografo del Senato, i soliti Stella e Rizzo del Corriere della Sera, che hanno scoperto come ci siano dipendenti delle Camere che godono di stipendi e privilegi quasi pari a quelli dei parlamentari.

In particolare, i due autori del libro cult La Casta parlano di uno stenografo di Palazzo Madama, che "al massimo livello retributivo arriva a sfiorare uno stipendio lordo di 290mila euro. Solo 2mila meno di quanto lo Stato spagnolo dà a Juan Carlos di Borbone", 50mila più di quanto guadagna Napolitano (239.181 euro, sempre lordi). Assurdi automatismi che portano a retribuzioni fuori da ogni logica: un commesso o un barbiere possono arrivare a guadagnare 160mila euro, un segretario 256mila, un consigliere 417mila, un coadiutore 192mila, ai quali bisogna comunque aggiungere, come se non bastasse, anche le indennità: ad esempio, un capo commesso alla Camera ha diritto ad un supplemento mensile di 652 euro lordi (718 al Senato), e via discorrendo. Insomma, cifre che farebbero infuriare qualsiasi popolo, e che giustificano pienamente la rabbia anti-casta che sta montando in Italia negli ultimi mesi. Soprattutto in un periodo come questo, in cui in nome della salvezza del Paese, si chiedono sacrifici sempre ai soliti noti.