mercoledì 4 gennaio 2012

E di chi è la responsabilità?


di Raffaella Alladio


E' di questi giorni la polemica contro le parole di Beppe Grillo sugli attentati ad Equitalia. Ma non dice semplicemente di chiedersi perchè proprio quell' obiettivo? Non invita semplicemente a riflettere sulle motivazioni di questi attentati?


Non ci sono nelle sue parole né inviti alla violenza, né simpatia per i metodi violenti portati avanti dai soggetti attentatori.

C'è la voglia di riflettere su un problema, come dovrebbero fare coloro che sono preposti alla risoluzione dello stesso. C'è l'accento sull'evidente malcontento popolare; c'è l'ennesima denuncia di un'ingiustizia sociale; c'è la sottolineatura dell'abissale distanza che intercorre in Italia tra lo stato e il popolo. Termini che da sinonimi sono diventati contrari.


Il nauseabondo tentativo di portare avanti una difesa di valori pacifisti da parte di una categoria di persone palesemente guerrafondaie fa aumentare la rabbia di chi a questa categoria di persone non appartiene e vorrebbe soltanto che atti di violenza non ci fossero perchè non necessari, come non vorrebbe gli eserciti e i corpi armati perchè altrettanto inutili.

La gente con le palle non ha voglia di fare filologia, non ha voglia di etichettare l'altra gente, non ha voglia di falsi idoli morali e di baggianate simili.


La gente con le palle è quella che si espone in prima persona, è la gente come Gino Strada che si gioca la faccia proponendosi per la gestione del San Raffaele di Milano; pronto a scommettere e ad assumersi la responsabilità dei propri gesti.

Questa gente sa qual è la realtà e non ha bisogno di nascondersi dietro stupidi formalismi.

Gino Strada sa come far funzionare un ospedale. La sua esperienza insieme alla sua onestà porterebbero il San Raffaele ad essere un ospedale davvero efficiente.

Il termine anarchia che viene appiccicato agli attentati contro Equitalia in una maniera quasi ridicola è ciò che, per contro, meglio definisce la sensibilità verso il mondo di queste persone. L'individualismo non è l'egoismo, è il perceprire se stesso come potenza, capacità, responsabilità ed entità singola all'interno di una società. L'anarco-individualismo è l'antropocentrismo che ha portato Giordano Bruno sul rogo; un rogo condannato dai tempi moderni che non usano più il fuoco ma la televisione per instupidire le persone ovvero spegnerle, zittirle, annientarle.


L'anarco-individualismo è assumersi le proprie responsabilità come soggetti in movimento; è vedere l'uomo come soggetto e non oggetto; come detentore del libero arbitrio e non sottoposto di un qualunque potere.

L'anarchia è un modo di pensare e non una federazione o un'associazione.

L'anarchia è il risultato della conversione dell'anima di cui parla Platone nel mito della caverna.

E' il risultato di una rivoluzione culturale che deve essere tentata se davvero non vogliamo arrivare all'autodistruzione.


E se è tanto facile dire che tutto ciò è utopico, forse non meritiamo l'intelligenza che la natura, nostro malgrado, ci ha offerto.

Se non abbiamo il coraggio di usarci nelle nostre potenzialità per avviare un cambiamento individuale che porti al cambiamento sociale; se accettiamo lo schifoso potere governativo per avere qualcuno da ritenere responsabile invece di fare dei cambiamenti e pagarne le conseguenze; se continuiamo a non credere nell'uomo per affidarci a un dio; se continuiamo ad essere egoisti invece che individualisti; se continuiamo a credere che la concorrenza sia più giusta della condivisione; se attribuiamo sempre e solo ad altri le incapacità che sono nostre

Non possiamo che imputare a noi ciò che viviamo e ancora a noi ciò che lasceremo in eredità a chi verrà dopo di noi.