venerdì 23 dicembre 2011

Ponte sullo Stretto di Messina: progetto inutile e costoso


di Alessandro Bovo

Dopo mesi di silenzio si torna nuovamente a discutere del famoso ponte sullo Stretto di Messina, a lungo sostenuto da Berlusconi negli anni precedenti.


In una lettera inviata al Presidente del Consiglio Mario Monti, le associazioni ambientaliste italiane, tra cui WWF, Italia Nostra, Man, Fai e Legambiente, hanno fatto notare l’inutilità e i problemi che il ponte genererebbe.

In particolare, nel pieno di una crisi economica la spesa esorbitante richiesta darebbe il colpo di grazia alle casse statali, togliendo i 66 milioni di euro già spesi, per un progetto non ancora definitivo.

Inoltre, per il progetto esecutivo verranno richiesti altri 56 milioni di euro, e sarebbe la prima tappa per l’inizio dei lavori.

Questo si potrà evitare con una decisione del governo, che oltre alla manovra Salva-Italia deve pensare al bene dell’Italia e degli italiani, evitando anche gli sprechi di soldi.

Nella lettera, o meglio, le lettere essendo un plico di 245 pagine, le associazioni ambientaliste affermano che l’apertura di alcuni dei cantieri per il progetto costerebbe all’Italia una cifra intorno ai 425 milioni di euro, per un totale al termine di 8,5 miliardi di euro.

Più o meno un terzo della manovra economica.

Ma la questione dei soldi, anche se molto importante, non è l’unica: i progettisti della Stretto di Messina SPA affermano che il ponte sarà pronto entro 6 anni dall’avvio dei cantieri.

Sei anni?

Facciamo un confronto con il ponte di Akashi Kaikyo, in Giappone, per il quale i progettisti giapponesi hanno impiegato ben 12 anni per la sua costruzione.

Secondo punto molto importante: il ponte giapponese è solo stradale e collega due territori per una lunghezza di 1,9 chilometri ed è il più lungo al mondo. Il ponte sullo Stretto sarà di 3,3 chilometri e non sarà solo stradale, perché è progettato anche per ospitare il passaggio ferroviario.

“Il Ponte è un progetto fallito e incompatibile con l'attuale fase economica che vive il paese, da solo rappresenta un costo pari a oltre un terzo dell'ultima manovra Monti” ha dichiarato il futurista Fabio Granata, che assieme a esponenti del PD, UDC e IDV hanno contribuito dando il loro parere alla conferenza stampa organizzata.

Ultimo punto, le maggiori imprese che prima si erano interessate al progetto, hanno deciso ora di lasciare ad altri la costruzione, dopo aver notato che i profitti per pareggiare alle spese non arriverebbero prima di decine di anni, cosa molto negativa per questo momento di crisi che non si sa quando finirà.