venerdì 23 dicembre 2011

Le banche saranno i nuovi tutori dell’ordine


di Roberto Carroll

L’affermazione del sottosegretario Polillo pronunciata sul finale di Servizio Pubblico, andato in onda giovedì sera 22 dicembre. dovrebbe metterci in guardia sulla deriva che sta prendendo il nostro stato di Diritto. L’affermazione da lui fatta, legata alla limitazione del contante così da ottenerne la rintracciabilità, è più o meno la seguente: nel momento in cui un utente dovesse ritirare più dei mille Euro di contante consentito scatterà automaticamente da parte delle banche la segnalazione alla Banca d’Italia che ha sua volta metterà in moto la guardia di Finanza.


A quanti vedono nella limitazione del contante la via maestra per combattere l’evasione fiscale si dovrebbe gelare il sorriso in bocca. D’ora in poi nel nostro Diritto, lo Stato si servirà, per esercitare la sua forza, non più esclusivamente di quelle Costituzionalmente previste ed istituite ma anche di imprese private di credito, visto che giuridicamente questa è la definizione di banca. C’è di che far gioire le camicie verdi.

Quanto all’affermazione che questa norma limiterà il flusso dell’evasione fiscale o del riciclaggio del denaro sporco, a parere dello scrivente, è più un effetto di facciata che di sostanza. Si colpirà l’artigianato o quelle libere professioni che sviluppano lavori per 1.100 euro? Non lo credo. O ci si accorda su una cifra più bassa oppure si può tornare al sistema dei nonni; una ripartizione in due comode rate mensili dell’importo da dare. Non si colpiscono certo i negozianti non usi allo scontrino fiscale che a botte di tre o cinque euro a cliente possono papparsi dai cinquanta ai cento euro giornalieri, con buona pace di qualunque ministro dell’economia.

Ma soprattutto dare alle banche il ruolo di controllori significa dare a dei ladri la combinazione della propria cassaforte. Il denaro come merce circolante atta alla corruzione o all’evasione non necessita obbligatoriamente di essere ammassato in una valigetta per i passaggi di mano. Esistono sistemi finanziari più moderni e più sicuri, come già sperimentò berlusconi nella compravendita dei film americani, facendone lievitare i prezzi con passaggi tra due o tre società avente sede estere e riuscendo sia ad evadere il fisco che accaparrarsi le plus valenze. Prendiamo inoltre atto che una merce più attuale sta sostituendo il denaro liquido, ossia i titoli. Non esistono solo quelli classici disciplinati dalla Legge. Esistono i titoli atipici e il nostro mercato, purtroppo, tra gli anni 80 e 90 ne ha già saputo qualcosa . Con questa espressione, atipici, si indica una gamma di titoli di credito emessi, per esempio da una società finanziaria avente lo scopo di raccogliere dal pubblico risparmio denaro da convogliare in una operazione speculativa. Il campo può essere il più svariato:l’immobiliare, la partecipazione e così via. L’operazione nasce con la costituzione di una società che ha un progetto ad hoc, come l’acquisto di un villaggio vacanze. L’oggetto viene concesso in leasing sapendo già che sarà rivenduto al termine del leasing stesso Per recepire il denaro necessario all’acquisto la società stipula un contratto di associazione in partecipazione con un’altra società finanziaria formata generalmente dagli stessi soci che provvederanno all’acquisto finale e in una seconda fase la prima società, quella che ha dato vita all’operazione, finisce per emettere titoli pro quota in favore della seconda società finanziaria, titoli subito messi sul mercato da quest’ultima società. Il denaro gira ma non si vede. Si badi bene che la truffa è tutta a danno del risparmiatore che non diventa proprietario pro quota del villaggio acquistato dalla società (che rimane in esclusiva proprietà della prima società) ma acquista soltanto il diritto di partecipazione all’utile. Ne più né meno quello che è accaduto ai risparmiatori Parmalat. Niente utile, niente denaro…in ritorno. Però è circolato ugualmente.

Si obbietterà: cosa centra tutto ciò con la limitazione del contante? E’ presto detto. Il denaro circolante è divenuto, grazie all’Europa, merce pressoché esclusiva delle Banche.

Come? Sappiamo che la Bce sforna denaro non per gli Stati causa, a detta loro, del rischio inflazione ma lo sforna per le banche. Per l’appunto è di attualità che la Bce riversa alle banche europee che ne fanno richiesta ingenti somme di denaro con un tasso inferiore a quello di mercato ed una restituzione in tre anni. Le nostre banche si sono accaparrate 116miliardi su una disponibilità totale di 489, dando come garanzia 40 miliardi di titoli. Il modo con cui è stata fatta la garanzia, ci scrive il Fatto Quotidiano è: “…interessante: le nostre banche sono state le uniche a offrire garanzie così volatili ed al contempo pesantissime. Hanno emesso 40 miliardi di obbligazioni, le hanno sottoscritte (cioè hanno promesso di pagarle loro stesse) e le hanno consegnate alla Bce…il tutto grazie alla garanzia pubblica offerta dal governo (questo governo)”. A conclusione: se una banca non riuscirà a far fronte all’impegno ci penserà lo Stato a farlo.

Questa bella manovra economica non sembra così lontana dall’emissione dei titoli atipici menzionati prima: promesse sul domani contro denaro liquido subito. Denaro che non andrà nelle tasche dei cittadini, ovviamente.

Sta di fatto che la cessione di sovranità da parte dello Stato (ed il controllo fiscale tramite le banche che sono istituti privati lo è) non è barattabile con il vessillo della lotta all’evasione, ma rappresenta invece la fine dello stato moderno del Diritto sin oggi immaginato dai padri costituenti.

Ora pensare che Monti sia un disonesto non è la conclusione di questo articolo. Piuttosto il pensiero va all’idea che i governanti, tutti, siano talmente in mano ad un sistema esclusivamente di capitale e per nulla civico o politico tanto da dover obbligatoriamente soddisfare ogni loro richiesta. Se inoltre si aggiunge come sia la crisi greca che le truffe italiane dette Bond Argentini, Parmalat, Cirio sono avvenute togliendo denaro ai risparmiatori proprio grazie all’opera delle banche e non vedo proprio cosa ci sia da gioire nell’udire l’affermazione del sottosegretario Polillo.