lunedì 26 dicembre 2011

Un solo pensiero al comando


di Raffaella Alladio

Nelle lezioni tenute a Heidelberg nel 1848/49, Feuerbach dice:

“Lo scopo dei miei scritti, come pure delle mie lezioni, è questo: trasformare gli uomini da teologi in antropologi, da teofili in filantropi, da candidati dell'al di là in studenti dell'aldiqua, da camerieri religiosi e politici della monarchia e aristocrazia celeste e terrestre in autocoscienti cittadini della terra...”

Provando a riflettere sui giochi che vengono portati avanti dalla politica e dalla chiesa nella società, la sensazione è quella di avere addosso una camicia di forza che impedisce i movimenti del pensiero e dell'anima; sensazione che viene giustificata troppo spesso e da troppo tempo con la necessità di un ordine fatto di regole indiscutibili, indefettibili, incriticabili e perciò assolute.

Siamo in mano ad un'oligarchia e non siamo ancora cittadini autocoscienti.

Siamo in balia di una chiesa truffatrice come candidati dell'al di là; e non si guarda alla religione che rimane il campo soggettivo e privato della spiritualità in cui solo l'individuo singolo può definire le proprie regole, ma la chiesa rappresentata dallo stato Vaticano e capeggiata dal papa, Benedetto XVI nello specifico, che appoggia coscientemente ogni tentativo di azzittire il popolo dei fedeli, di farlo rimanere nella più assoluta ignoranza; che tenta di giustificare ogni proprio atto di governo e di esercizio di potere temporale con la bontà dell'intervento divino nella vita sociale. Intervento camuffato da moralità ed etica; termini offesi dall'uso che di essi fa il vertice della gerarchia ecclesiastica.

Il tentativo dittatoriale portato avanti dalla politica è tutt'altro che silenziosamente appoggiato da papa Ratzinger perchè l'obiettivo è comune: svuotare la democrazia e istituire l'assolutismo di un solo pensiero al comando.

Ma la democrazia ha come soggetto il popolo e quindi come svuotarla se non svuotando gli uomini di questo popolo? Come, se non fermando quei movimenti di critica e di pensiero che ancora vogliono esprimersi? Come, se non annientando la voglia di informarsi e di sapere, la voglia di pensare e di vivere come soggetti attivi nella società?

La chiesa sta portando avanti la medesima linea di intolleranza della politica parlando di cultura cristiana in Europa. Quale cultura hanno in mente gli alti prelati se l'Indice dei libri proibiti aggiornato nel 1966 per l'ultima volta, e tuttora in vigore nell'Opus Dei, contiene nomi quali Kant, Saramago, Umberto Eco, Brecht, Vattimo, Bobbio sino addirittura a Camilleri e Woody Allen.

Quale cultura...?

“E' quasi uguale uccidere un uomo che uccidere un libro” diceva nel 1644 John Milton.

Nell'Indice ci sono 60541 titoli proibiti e di alcuni autori è l'opera omnia ad essere messa al bando.

La cultura di papa Ratzinger è talmente ristretta da spogliarsi di ogni significato che a tale termine è possibile attribuire. E' la cultura dell'intransigenza e della non accettazione; dell'imposizione e del denaro.

La politica sta massacrando l'istituzione scolastica; la snatura, la sciacqua nella banalità, la riduce a insulsa burocrazia, svuotandola del suo potere educativo e informativo.

La chiesa richiama a una morale fatta di dogmi e verità assolute; le sue verità, le sue interpretazioni. E si erge a giudice unico nella vita di un uomo; escludendo però da tale giudizio se stessa e il suo comportamento troppo spesso ipocrita.

Quando diventeremo cittadini da camerieri che siamo?