venerdì 30 dicembre 2011

Tasse, che passione!


di Raffaella Alladio


Il popolo italiano paga ogni anno 76,5 miliardi di euro in tasse volontarie; ma se le tasse obbligatorie, ovvero quelle che lo Stato pretende in cambio di servizi, suscitano sempre un certo malcontento, l'investimento sulle scommesse, in marcata controtendenza, ha avuto nel 2011 un incremento del 24% sul 2010. Ciò dimostra, a dispetto dei soliti criticoni, che la popolazione vuole dare soldi allo Stato, ma non vuole che lo Stato gli imponga, con scadenze e percentuali precise, questo esercizio come obbligo civile. Gli italiani vogliono pagare, ma non per mandare i figli a scuola o viaggiare in treno su e giù per lo stivale; non per avere a gratuita disposizione un pronto soccorso quando si rompono un ginocchio sugli sci o si tagliano un dito pelando le patate per fare il minestrone. No, gli italiani sono un popolo speranzoso e quindi vogliono investire sulla speranza. E non una speranza qualsiasi, ma sulla speranza di diventare milionari.


In un periodo in cui la parola povertà è abusata per definire qualunque desiderio irrealizzabile a fronte di buona parte della popolazione mondiale che in condizioni di povertà ci vive veramente, l'italiano medio spende una parte non irrisoria di quello stipendio con cui fatica ad arrivare a fine mese in attività ludiche dal basso, anzi bassissimo, impegno. E' sufficiente dare i numeri o battere ripetutamente un solo dito della mano su bottoncini luminosi per contattare madame fortuna e affidare a lei quei quattro spiccioli ancora rimasti nel maialino.


Potrebbe essere un buon suggerimento per i bocconiani al potere: il gratta e vinci sullo scontrino è già stato proposto, ma ci si potrebbe anche spingere oltre e magari stampare una scheda del bingo sugli F24 per il pagamento dell'IRPEF o allegare alla busta paga degli insegnanti un gettone per le slot machine... proprio sopra la riga dove sono scritte le trattenute dello stipendio.


Oppure potrebbero pagare le pensioni con schedine prestampate del win for life o del totocalcio (se esiste ancora...); liquidare una parte degli appalti per opere pubbliche con un bel abbonamento alle sale gioco dove il fortunato imprenditore potrà veramente mettere a prova le proprie capacità con variegati apparecchi di intrattenimento.


Come sempre nel nostro bel paese la classe politica non è all'altezza del popolo e si ostina a voler rubare nello stile ormai noto al derubato.

Come sempre nel nostro bel paese la classe politica non è attenta agli usi e costumi di chi dovrebbe governare e non ne sfrutta quindi le vere potenzialità.