mercoledì 14 dicembre 2011

Micro-evasione: quando a chiedere lo scontrino si passa per rompiscatole.


di Leonardo Iacobucci

asinichevolano.altervista.org

Evasione in continua ascesa in Italia. E’ il Paese europeo con il più alto reddito che sfugge all’erario: il 54,5% dell’imponibile non viene dichiarato. Il record tocca a Napoli (66%) ed alla Campania (64%) dove 2 commercianti su 3 non hanno rilasciato lo scontrino fiscale, secondo l’indagine di KRLS Network of Business Ethics, condotta su dati divulgati dalle polizie tributarie dei singoli Stati comunitari per conto dell’Associazione Contribuenti Italiani.

Spesso ci si lamenta di evasione fiscale, che in Italia c'è troppa evasione, che in Italia pagano sempre i giusti ecc. Quando però stiamo lì lì per pagare, e il commerciante non emette ricevuta fiscale, ci sentiamo quasi in colpa nel chiedere lo scontrino.

Si legge, su un esposto di Confindustria risalente al 2010 che in Italia si evade il fisco per 124 mld di euro l'anno. Tremonti, a dirla tutta, usava altri dati, ancora più duri da leggere. Questi parlava di 200-250 miliardi di euro, un bel po' di più rispetto ai 124 mld dichiarati da Confindustria.

Proprietari di bar che, in media, dichiarano 16mila euro l’anno di reddito. Poco? Un po’ meglio dei ristoratori: 14.300 euro. Una miseria che, stando ai dati relativi al 2008, è condivisa dai gioiellieri, mentre stanno un po’ meglio i giornalai (18mila euro), i concessionari di autoveicoli (17.700 euro) e persino i gestori di pompe funebri (32.800 euro). Ma anche avvocati (46.700 euro) e commercialisti (50.800 euro), a dispetto del tenore di vita che solitamente si può osservare, non sembrano vivere nella bambagia. E d’altra parte, l’Italia è il paese dove i contribuenti con reddito superiore a 100mila euro sono appena 394.327 (dichiarazioni 2010 sull’anno 2009).
Pur riaffermando l’importanza del contrasto dell’evasione più sofisticata messa in atto verso i grandi gruppi, quella che è considerata la forza produttiva del nostro Paese, cioè la piccola-media impresa e lavoratori autonomi, è anche il più grande problema per la riscossione fiscale.

L’occultamento puro e semplice del ricavo è maggiore nel piccolo che nel grande, nel settore dei servizi più che nella produzione o commercializzazione dei beni, nelle attività svolte a favore di consumatori finali che in quelle svolte a favore di imprese o pubbliche amministrazioni, nelle attività che non prevedono l’applicazione di ritenute alla fonte che in quelle che la prevedono. Per questo, i liberi professionisti dichiarano redditi medi sensibilmente superiori ad artigiani e commercianti, i commercialisti dichiarano redditi superiori agli avvocati e, tra gli avvocati, quelli che fanno diritto commerciale dichiarano più dei divorzisti o dei penalisti. Sempre in media sia chiaro, poi ognuno fa storia a sé.

L’anagrafe tributaria italiana, in realtà, è tra le più potenti al mondo. Solo che ha due problemi: sfrutta poco i dati e le risorse sono troppo sbilanciate nel controllare quelli che sono già emersi al fisco. Una delle poche cose che non c’e in Italia è invece l’idea di abbinare gli scontrini e le ricevute a una lotteria nazionale, come fanno in alcuni Paesi dell’Estremo oriente. Ogni scontrino avrebbe, dietro di sé, un numero con cui partecipare all’estrazione.

In attesa che anche in Italia vengano applicati questi semplici ma ingegnosi metodi di lotta all’evasione, cosa puoi fare tu? Oltre che richiedere lo scontrino ogni qual volta paghi qualcosa (è per legge che devono rilasciartelo, non è un favore che ti fanno) puoi anche segnalare i casi in cui questo non avvenga su Evasori.info, un sito creato da un normale cittadino, quindi non collegato alla Guarda di Finanza, in cui tu puoi segnalare la tua esperienza contribuendo a creare una mappa di tutte le evasioni in Italia che, solo tenendo conto delle segnalazioni sul sito, si aggirano intorno ai 29 milioni di euro.