lunedì 12 dicembre 2011

Equitalia, malato di Alhzeimer perde la casa per il mancato versamento di 63 euro

di Roberto Carroll

In un modo o nell’altro tiene desta la nostra attenzione Equitalia con due notizie contrapposte eppur alleate da un filo conduttore ossia il rapporto istituzionale con la detta società.

La notizia principe che sui media ha trovato più risalto è il pacco bomba recapitato a Roma al Direttore Generale Marco Cuccagna, il quale con l’apertura del pacco e l’esplosione si è ritrovato ferito al volto, in particolar modo ad un occhio, ed ha perduto la falange di un dito. Su questa notizia sono intervenuti solidali tutte le Istituzioni, compreso l’attuale Presidente del Consiglio Monti che ha dichiarato: “Equitalia ha sempre svolto e continua a svolgere esclusivamente il proprio dovere, nel pieno rispetto delle leggi. Un funzionamento essenziale per il funzionamento dello Stato, senza la quale non sarebbe possibile erogare servizi ai cittadini ed alle loro famiglie.” Apprendiamo con vibrante entusiasmo che la società non è una Agenzia di riscossione tributi ma una succursale della Caritas.

L’altra notizia che ha trovato alquanto taciturne le Istituzioni riguarda il caso genovese di un uomo ammalato di Alhzeimer che per un mancato versamento di 63 euro si è ritrovato privato della sua casa. Nella ricostruzione l’accaduto si svolge nel dicembre del 2005 quando Gestline (che poi diventerà Equitalia) è autorizzata a rifarsi su un appartamento per un debito appena scaduto avente l’importo minimo di 1.500 Euro. Successivamente la cifra è stata elevata ad 8.000 con anche la condizione che l’importo totale del credito sia del 5% maggiore del valore dell’immobile. Quando il fatto contestato è stato messo in essere, è la tesi difensiva degli imputati, valevano ancora le regole 200 per cui tutto secondo la procedure: l’uomo non ha versato l’importo dovuto e l’iter ha seguito il suo corso. Non così la pensa il consulente della Procura, Massimo Serena che nell’esaminare tutta la documentazione rileva come tutto l meccanismo si sia messo in moto per 63 Euro. Aggiunge anche che Gestline (nome antecedente di Equitalia) avrebbe dovuto iscrivere una nuova ipoteca facendo scattare ancora sei mesi di tempo al debitore per provveder al pagamento del debito. E la mancata nuova ipoteca da vita alla seconda violazione quando l’appartamento fu espropriato con i nuovi limiti di 8.000 euro. I familiari dell’anziano aggiungono anche che le multe non pagate sono da imputare alla malattia di cui soffriva l’anziano, l’Alhzeimer appunto. Chi ha un abc di questa malattia sa che è degenerativa e che chi né colpito alterna momenti di lucidità a momenti di vacuità in cui può addirittura recedere recuperando una memoria infantile che lo distacca dal presente, addirittura arrivando a non riconoscere i propri familiari. Ma questa storia trova la sua coda avvelenata con il riacquisto che l’anziano voleva operare. Per riprendersi la propria casa fu costretto a rivolgersi a tre compratori che se l’erano aggiudicata con procedura viziata. I rinviati a giudizio di questo servizio alle famiglie ed ai cittadini, per citare Monti, sono il direttore ligure di Equitalia Piergiorgio Iodice, i funzionari della società Silvia Angeli, Roberto Maestroni, Pierpaolo Pecchi accusati di falso e abuso d’ufficio.

Dunque due episodi di una stessa società ma che colpiscono sensibilità diverse. Solidarietà (doverosa è ovvio, parliamo sempre di un essere umano) per il primo, silenzio per il secondo, (ma anche questo era un essere umano e Monti una parolina potrebbe dirla).

La questione Equitalia non è da ieri che tiene banco tra gli argomenti che implicano vessazione sul cittadino. Anche Servizi Pubblico ci è recentemente tornato sopra raccontando storie di cittadini che si sono trovati “strozzati” senza pietà o comprensione dai diligenti funzionari dell’agenzia di riscossione tributaria. “Strozzati perché privati della possibilità di dilazionare ulteriormente il loro debito o poterne abbassare l’importo di rateizzazione.

Si sorprende il Corriere della Sera nel rilevare che circa 80.000 utenti on line abbiano espresso apprezzamento per l’attentato al direttore generale. Forse c’è più da sorprendersi che il Corriere si sorprenda.