sabato 24 dicembre 2011

Conti dormienti e Banche sveglie


di Roberto Carroll

Merita di trovare uno spazio più ampio che la sola cronaca locale ciò che è accaduto ad una donna ottantenne nella ridente città di Bergamo ad opera di una banca.


La signora nel 2004 , su consiglio della propria banca, viene consigliata a convertire il proprio denaro contenuto in una cassetta di sicurezza, 150.000 euro mica noccioline, in assegni circolari ricevendo dalla banca ampie assicurazioni che gli assegni potranno essere incassati in ogni momento. La donna accetta, converte il denaro in assegni e lo deposita nella cassetta di sicurezza. Qualche anno dopo, nel 2009 la signora si reca alla banca per riscuotere parte delle somme depositate e si sente rispondere che non può farlo poiché è intervenuta la prescrizione degli assegni circolari, ovvero la normativa vigente sui conti e depositi “dormienti” prevede che gli assegni circolari se non riscossi entro tre anni dalla loro emissione finiscano in prescrizione ed i soldi vengono trasferiti al Ministero dell’Economia e Finanze (Mef).

E’ grazie all’intervento dell’Unione Bergamasca Consumatori e la sua presidentessa avv. Paola Bianchi Cassina che la questione si è risolta favorevolmente alla donna ottantenne.. Alla difesa della banca che rispondeva di aver applicato una normativa l’avvocatessa è riuscita a dimostrare che non erano state comunque trasmesse le disposizioni previste dalla legge prima di effettuare il trasferimento al Ministero e più precisamente la banca non aveva informato al donna. Per arrivare alla soluzione sono comunque dovuti transitare per il Consap, la società per azioni costituita dal Ministero per provvedere e verificare le singole posizioni nonché della restituzione delle somme indebitamente trasmesse. Nel momento in cui l’avvocato presenta la richiesta di restituzione al Consap ci sono circa diecimila analoghe domande pendenti.

Commentare appare superfluo. Si può affermare che se i conti sono dormienti le banche sono ben sveglie ed ancor più desto è lo Stato.

Uno Stato che ha deciso anche di colpire i libretti al portatore. Uno strumento che è vero, è servito anche a far transitare soldi illeciti ma poiché non è la maggioranza dei cittadini italiani a maneggiare tal fatta di denaro, l’uso “principe” o meglio “tradizionale” era quello di deporvi, (quando i tempi erano meno grami di questi) soldi per nipoti o figli che sino ai sei anni non possono avere un libretto nominativo. Dunque da Marzo del 212, grazie alla manovra voluta da Monti ed approvata a larga maggioranza, chi terrà su un libretto di tal fatta l’esosa cifra di 1000 euro (a 999 non accade nulla) incorrerà in forti sanzioni che comprendono addirittura l’azzeramento del libretto. Così più precisamente se qualcuno dovesse avere entro quella data, diciamo, 3.000 euro sul libreto al portatore potrà vederseli scucire tutti quanti in un colpo solo. Mentre chi ne avesse di più, diciamo 5.000, la sanzione varierebbe dal 10% al 50%. Il primo li perde tutti il secondo ne conserva un po’.

Viene a mente la frase evangelica: a chi ha sarà dato ed a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
Peccato che venga applicata in un contesto a cui Cristo non voleva riferirsi.