di Daniele Pezzini
Soddisfazione per le dimissioni di Berlusconi e per il cambiamento avvenuto al governo, ma anche critiche e perplessità sul nuovo esecutivo guidato da Mario Monti.
Questo quanto emerge dalle dichiarazioni che Nichi Vendola, ospite di Che tempo che fa, ha rilasciato nel corso della trasmissione andata in onda su Raitre. Il governatore della regione Puglia, intervistato da Fabio Fazio, ha affermato il proprio apprezzamento per il passaggio dal “governo dei tacchi a spillo, a quello dei professori” dicendosi compiaciuto che il nuovo Presidente del Consiglio sia una persona “seria, sobria e dai toni pacati”. Ha però anche sottolineato il fatto che il suo obiettivo principale resta non solo “cacciare Berlusconi”, che non ritiene ancora politicamente finito, ma anche “cacciare il berlusconismo dall’Italia”.
Il governo Monti, secondo il leader di SEL, ha quindi ora il compito di dare dimostrazione di discontinuità col passato per quanto riguarda non solo i comportamenti personali, ma anche lo “stile” politico che negli ultimi anni è stato caratterizzato dalla “commistione tra pubblico e privato”. Per Vendola è oggi importante “proclamare il primato del bene comune rispetto agli interessi lobbistici”. Ed è proprio su questo punto che si scopre diffidente: “mi dispiace” -ha detto- “che anche in questo Gabinetto ci sia qualche ombra che danza”. Senza fare esplicitamente il nome di Corrado Passera, come richiestogli da Fazio, prosegue: “Mi riferisco a chi viene da un'esperienza di azionista di importanti aziende che hanno un ruolo nella vita italiana, nel mondo delle infrastrutture e dei trasporti, nel mondo di chi, con la sua banca, ha operato la politica del credito come un protagonista nel sistema delle imprese e ora varca quella porta e entra nel luogo del controllo politico”.
Incalzato, Vendola si dice anche “infastidito” in quanto meridionale per la massiccia presenza di professori provenienti dalle università del nord in quello che è uno degli esecutivi più ‘settentrionali’ di sempre. Sarebbe dunque stato meglio andare subito al voto? Su questo punto il governatore pugliese è chiaro: "Io non sono insensibile agli appelli autorevoli del Capo dello Stato, che in questa notte buia della Repubblica italiana ha rappresentato un faro. E poi sono alleato del Pd e dell'Italia dei Valori e la sento, quell'alleanza, come un vincolo morale e ideale". "Quando i miei alleati, anche sulla base del richiamo del Quirinale, dicono che c'è bisogno di una fase di governo di emergenza, io dico 'va bene'” afferma ribadendo in sostanza il significato dell’alleanza di Vasto. Chiusura riguardante l’imposta sui patrimoni, senza la quale “non ci sarà più nemmeno il cambiamento” e che dovrà quindi essere uno dei primi punti del programma, dato che Vendola sente il bisogno di “iniziare la musica di questo governo nuovo dallo spirito della patrimoniale”.
Soddisfazione per le dimissioni di Berlusconi e per il cambiamento avvenuto al governo, ma anche critiche e perplessità sul nuovo esecutivo guidato da Mario Monti.
Questo quanto emerge dalle dichiarazioni che Nichi Vendola, ospite di Che tempo che fa, ha rilasciato nel corso della trasmissione andata in onda su Raitre. Il governatore della regione Puglia, intervistato da Fabio Fazio, ha affermato il proprio apprezzamento per il passaggio dal “governo dei tacchi a spillo, a quello dei professori” dicendosi compiaciuto che il nuovo Presidente del Consiglio sia una persona “seria, sobria e dai toni pacati”. Ha però anche sottolineato il fatto che il suo obiettivo principale resta non solo “cacciare Berlusconi”, che non ritiene ancora politicamente finito, ma anche “cacciare il berlusconismo dall’Italia”.
Il governo Monti, secondo il leader di SEL, ha quindi ora il compito di dare dimostrazione di discontinuità col passato per quanto riguarda non solo i comportamenti personali, ma anche lo “stile” politico che negli ultimi anni è stato caratterizzato dalla “commistione tra pubblico e privato”. Per Vendola è oggi importante “proclamare il primato del bene comune rispetto agli interessi lobbistici”. Ed è proprio su questo punto che si scopre diffidente: “mi dispiace” -ha detto- “che anche in questo Gabinetto ci sia qualche ombra che danza”. Senza fare esplicitamente il nome di Corrado Passera, come richiestogli da Fazio, prosegue: “Mi riferisco a chi viene da un'esperienza di azionista di importanti aziende che hanno un ruolo nella vita italiana, nel mondo delle infrastrutture e dei trasporti, nel mondo di chi, con la sua banca, ha operato la politica del credito come un protagonista nel sistema delle imprese e ora varca quella porta e entra nel luogo del controllo politico”.
Incalzato, Vendola si dice anche “infastidito” in quanto meridionale per la massiccia presenza di professori provenienti dalle università del nord in quello che è uno degli esecutivi più ‘settentrionali’ di sempre. Sarebbe dunque stato meglio andare subito al voto? Su questo punto il governatore pugliese è chiaro: "Io non sono insensibile agli appelli autorevoli del Capo dello Stato, che in questa notte buia della Repubblica italiana ha rappresentato un faro. E poi sono alleato del Pd e dell'Italia dei Valori e la sento, quell'alleanza, come un vincolo morale e ideale". "Quando i miei alleati, anche sulla base del richiamo del Quirinale, dicono che c'è bisogno di una fase di governo di emergenza, io dico 'va bene'” afferma ribadendo in sostanza il significato dell’alleanza di Vasto. Chiusura riguardante l’imposta sui patrimoni, senza la quale “non ci sarà più nemmeno il cambiamento” e che dovrà quindi essere uno dei primi punti del programma, dato che Vendola sente il bisogno di “iniziare la musica di questo governo nuovo dallo spirito della patrimoniale”.