lunedì 19 dicembre 2011

All'ombra di una meschina indifferenza


di Raffaella Alladio

Quando sui giornali vedo la foto di Vladimir Putin nella mia mente non può che accendersi l'immagine di una donna: Anna Politkovskaja.

Quando leggo che con probabilità da dittatore il suddetto assassino salirà nuovamente al Cremlino fino al 2024; sento la rabbia di Anna Politkovskaja.

Quando le urla dei manifestanti salgono dalla Piazza Rossa e poi si placano contro le forze armate di uno stato violento; mi vergogno.

Mi vergogno di appartenere alla medesima specie, quella umana, capace di compiere ciò che stanno compiendo i federali russi in Caucaso contro ceceni, ingusci e quant'altri. La stessa specie umana che nelle vesti dei politicanti russi ammazza per denaro e senza ritegno chiunque si ponga sulla sua strada, dagli ortodossi agli islamici a qualunque etnia appartengano.

Mi vergogno di essere una cittadina di quell'Europa che nel 2011 permette, col suo mutismo assoluto e la sua indifferenza, la violazione dei più elementari diritti umani nei confronti di un popolo che all'Europa appartiene.

Sotto i rubinetti degli oleodotti russi ci sono uomini torturati come nel Medioevo; donne e bambini alla fame, i vecchi lasciati sotto le bombe a marcire. Soldati costretti a combattere per tentare di non morire e universitari sbattuti in prigione dopo processi che definirli farse è essere buonisti...

La giornalista Anna Politkovskaja è morta ammazzata in un paese che vuol essere una democrazia, ma che di democratico purtroppo ha veramente poco. Anna Politkovskaja è morta nel tentativo di far capire al mondo, purtroppo sempre più sordo, che la violenza non può che richiamare altra violenza; che l'antiterrorismo fatto di uccisioni preventive e torture volte ad estorcere confessioni; fatto di rastrellamenti militari nei villaggi abitati per buona parte da ignari civili; questo antiterrorismo è ciò che più alimenta il vero terrorismo perchè fa crescere la rabbia della gente nei confronti di uno Stato tanto ingiusto e violento, perchè porta i bambini a crescere in uno stato di guerra che genera terrore e uccide la speranza.

E questo, purtroppo, non avviene soltanto in Russia, nel Caucaso; ma avviene anche in Iraq, in Afghanistan, in Palestina e Israele e ovunque ci siano degli interessi economici. Perchè alla fine sono solo questi a guidare le varie guerre e i soprusi che quotidianamente abbrutiscono questo mondo.

E la cosa più triste è che chi cerca di opporsi ad una logica di poteri che dovrebbe essere inaccettabile per qualunque uomo, paga in prima persona e paga dei prezzi molto alti. Il tutto in un'Europa scricchilante sotto gli interessi bancari che, però, forse, dovrebbe mettere in discussione prima di tutto il rispetto dei diritti umani di cui noi occidentali tanto ci vantiamo ma, alla luce dei fatti, senza troppa ragione. Il tutto sotto gli occhi di una popolazione completamente indifferente ed egoista il cui atteggiamento, per comodità privata, è quello di credere a tutta l'informazione corrotta al soldo del potere di cui sopra e chiudere il pensiero e gli occhi di fronte alle proprie responsabilità.

Non ci sentiamo mai colpevoli né come cittadini italiani, né come cittadini europei, né come cittadini del mondo, né, tanto meno, come uomini, rispetto a ciò che uomini come noi fanno di orrendo ad altri uomini come noi. Non sentiamo mai la necessità di ribellarci se non quando ci pestano i piedi in prima persona. Non ci sentiamo mai capaci di fare qualcosa di più di ciò che semplicemente ci è comodo fare per evitare che determinati fatti continuino a ripetersi ovunque nel mondo. E non credo che tutti noi dovremmo essere come Anna Politkovskaja o come Gino Strada o Vandana Shiva o chissà quanti altri di cui nemmeno conosciamo il nome; credo che sarebbe sufficiente vivere quotidianamente secondo coscienza..