mercoledì 23 novembre 2011

Viva Zapatero, Viva la satira




...e così e se vi pare ma lasciatemi sfogare ,non mettetemi alle strette e con quanto fiato ho in gola vi urlerò: non c'è paura! ma che politica, che cultura, sono solo canzonette..

(Edoardo Bennato, Sono solo canzonette)

di Lucia Pugliese

Il 14 Ottobre 2011 La7 ha trasmesso per la prima volta in chiaro il film “Viva Zapatero” , di Sabina Guzzanti all’interno del programma “Film Evento”, condotto da Enrico Mentana. La pellicola era uscita nelle sale italiane nel 2005, ottenendo il favore del pubblico e anche della critica: molto applaudito al festival di Cannes, aveva ricevuto il nastro d’argento come miglior documentario dell’anno. Tuttavia abbiamo dovuto attendere sei anni per vederlo in televisione.

Il titolo, particolarissimo, inneggia all’ormai ex premier spagnolo, meritevole di aver promosso una legge che svincolava la televisione pubblica spagnola dal controllo dei partiti. Un’idea significativa: Viva Zapatero è un documentario sulle vicende attorno alla sospensione del programma satirico Raiot, condotto dalla stessa Guzzanti dopo solo una puntata. Il film si costruisce come un puzzle di immagini ed interventi, che spaziano tra passato e presente, dall’Italia all’Europa, per indagare il concetto di satira e di libertà di stampa. Ciò che se ne deduce, tra una spiegazione di Dario Fo e il confuso balbettio del consiglio di amministrazione della Rai, è un desolante panorama di disinformazione. O meglio, di informazione subordinata alle esigenze del potere.

Certo, è passato qualche tempo da quando Viva Zapatero è uscito nelle sale: oggi ci auguriamo che quelle immagini siano solo i cupi ricordi di un regime in disfacimento. Tuttavia rivedendone le scene, se ne coglie invece l’attualità.

Un pensiero attraversa il film della Guzzanti, e viene declinato in alcune sue parti, ma può essere così riassunto: se i politici fanno i comici, i comici fanno politica e se i giornalisti non fanno informazione, sarà la satira a farla. Niente di diverso da quanto è accaduto finora e che continua ad accadere. In effetti, quando è caduto il governo Berlusconi, qualcuno si è chiesto cosa avrebbero fatto i più famosi comici italiani, chi avrebbero messo alla pubblica gogna. Ma il “Nano malefico” non se n’è andato, continua a tuonare dagli scranni del Popolo della Libertà, con minacce, che si spera siano vane, al governo Monti: in effetti, Berlusconi è arrivato dire che il nuovo esecutivo rimarrà in carica solo fino a quando lo deciderà il pdl. Non solo, ma i parlamentari non smettono di servire perle di saggezza su piatti d’argento per i vari Crozza e Littizzetto. Come si fa a resistere, ad esempio, quando Buonanno ha il coraggio di affermare che la Padania esiste perché c’è il grana padano?

Tuttavia, qualcos’altro messo il luce dalla Guzzanti forse deve metterci in guardia: le responsabilità della sinistra, rea non solo di apatia, ma anche di una sottile complicità nel far scivolare lentamente il paese nella situazione attuale. La casta che ancora una volta, fa in primo luogo i propri interessi. E così,in questi giorni, si parla di vietare lo zoom di fotocamere e telecamere durante le sedute parlamentari. La censura,in fondo, fa comodo a tutti, destra, sinistra e centro. E si rivolge contro l’informazione, innanzitutto, contro la libera opinione, ed infine, forse anche con maggior forza, contro la satira, la difficile arte dei saggi mascherati da buffoni.

Viva Zapatero ci ricorda di non abbassare la guardia. Forse oggi siamo un po’ più forti. C’è Santoro con Servizio Pubblico, c’è Beppe Grillo con il suo blog, ci sono Fazio e la Littizzetto, c’è Crozza, e c’è ancora Sabina Guzzanti, che si è dedicata al teatro. Forse, oggi siamo meglio disposti ad ascoltare queste voci, a riflettere sulle loro parole e quando è necessario, a criticarle. L’importante è non farsi più ripetere ciò che ha tuonato Grillo in questi giorni dalla sua pagina ufficiale: “Io ve l’avevo detto”.