di Roberto Carroll
E’ una gran bella notizia quella diffusa dall’Erasmus Medical Centre di Rotterdam con cui si annuncia la costituzione di un virus letale la cui facilità trasmissiva di contagio ci porta al rischio pandemico.
Il virus su cui è stata effettuata la sperimentazione animale è il famigerato h5n1 comunemente conosciuto come “aviaria”. Il virologo Ron Fouchier ha indotto il placido virus in gaudenti furetti, con l’umanitario fine di comprendere il funzionamento del virus. E questo gli ha rivelato che con 5 modificazioni genetiche diventa uno degli agenti più letali prodotti dall’umanità. Ovviamente l’allarme è nella usurata frase: “se cade in mani sbagliate…”.
A parte la frase da film da affibbiare degnamente al pazzo suicida che aspiri a distruggere tutto ciò che gli sta attorno è più probabilistico che le mani sbagliate siano quelle di questi “benefattori dell’umanità” usi alla sperimentazione animale in nome del progresso della scienza.
Questi soggetti sono fautori di una storia alquanto consolidata. Con una mano ci uccidono facendoci vivere un ambiente insalubre, facendoci mangiare cibo privo di nutrimento, colpendoci il sistema nervoso con bombardamenti mediatici e incertezze sul mantenimento dello Status Quo mentre con l’altra mano ci vogliono tendere la medicina salva tutto.
Questo ulteriore balzo dell’umanità avviene a spese di esseri fisiologicamente diversi da noi: i furetti. Ma ovviamente si possono usare gatti, cani, maiali ed ogni genere animale che al fervida fantasia dello sperimentatore è in gradi di partorire. E’ incontrovertibile che tra noi e gli animali siano presenti talune analogie, somiglianze ma non eguaglianze per cui il risultato atteso non è molto spesso quello sperato, come hanno dimostrato gli esperimenti sui topi per combattere il cancro. Son più di quarant’anni che negli animali si inducono tumori col fine di giungere ad una cura permanente per l’uomo solo che gli interventi s cui si è giunti nella pratica clinica sono legati a chemioterapia, radioterapia, chirurgia e allo stato terminale: morfina. Poco o nulla a che fare con le cavie utilizzate ed i vari sezionamenti effettuati.
Dunque sarebbe il caso che il tema di questa nuova e fascinosa scoperta accentrasse l’attenzione sul tema della vivisezione della sperimentazione animale, del rapporto etico tra ricercatore e mondo perché è dal suo senso etico, dalla sua capacità di darsi un limite che l’umanità può progredire o regredire. In fondo anche i nazisti, nelle loro sperimentazioni cercavano il raggiungimento della “salute”.
Così non c’è nulla di meglio che rispolverare il bellissimo libro di Hans Reuch “Imperatrice Nuda” per saggiare l’effettiva utilità di certi laboratori e di certi grandi luminari.
Quanto alla scontata domanda se è meglio salvare una vita umana od animale converrebbe etichettarla come falsa sia perché ha un esito scontato sia perché non dovrebbe comportare una risposta unica. Si pensi a come Alexander Fleming ha scoperto la penicillina….
Mentre la via tracciata da Ron Fouchier, il buon virologo che avuto la gentilezza di informarci di questa nuova spada di Damocle che ci pende sul capo, sembra figlia di strade a senso unico.
E’ una gran bella notizia quella diffusa dall’Erasmus Medical Centre di Rotterdam con cui si annuncia la costituzione di un virus letale la cui facilità trasmissiva di contagio ci porta al rischio pandemico.
Il virus su cui è stata effettuata la sperimentazione animale è il famigerato h5n1 comunemente conosciuto come “aviaria”. Il virologo Ron Fouchier ha indotto il placido virus in gaudenti furetti, con l’umanitario fine di comprendere il funzionamento del virus. E questo gli ha rivelato che con 5 modificazioni genetiche diventa uno degli agenti più letali prodotti dall’umanità. Ovviamente l’allarme è nella usurata frase: “se cade in mani sbagliate…”.
A parte la frase da film da affibbiare degnamente al pazzo suicida che aspiri a distruggere tutto ciò che gli sta attorno è più probabilistico che le mani sbagliate siano quelle di questi “benefattori dell’umanità” usi alla sperimentazione animale in nome del progresso della scienza.
Questi soggetti sono fautori di una storia alquanto consolidata. Con una mano ci uccidono facendoci vivere un ambiente insalubre, facendoci mangiare cibo privo di nutrimento, colpendoci il sistema nervoso con bombardamenti mediatici e incertezze sul mantenimento dello Status Quo mentre con l’altra mano ci vogliono tendere la medicina salva tutto.
Questo ulteriore balzo dell’umanità avviene a spese di esseri fisiologicamente diversi da noi: i furetti. Ma ovviamente si possono usare gatti, cani, maiali ed ogni genere animale che al fervida fantasia dello sperimentatore è in gradi di partorire. E’ incontrovertibile che tra noi e gli animali siano presenti talune analogie, somiglianze ma non eguaglianze per cui il risultato atteso non è molto spesso quello sperato, come hanno dimostrato gli esperimenti sui topi per combattere il cancro. Son più di quarant’anni che negli animali si inducono tumori col fine di giungere ad una cura permanente per l’uomo solo che gli interventi s cui si è giunti nella pratica clinica sono legati a chemioterapia, radioterapia, chirurgia e allo stato terminale: morfina. Poco o nulla a che fare con le cavie utilizzate ed i vari sezionamenti effettuati.
Dunque sarebbe il caso che il tema di questa nuova e fascinosa scoperta accentrasse l’attenzione sul tema della vivisezione della sperimentazione animale, del rapporto etico tra ricercatore e mondo perché è dal suo senso etico, dalla sua capacità di darsi un limite che l’umanità può progredire o regredire. In fondo anche i nazisti, nelle loro sperimentazioni cercavano il raggiungimento della “salute”.
Così non c’è nulla di meglio che rispolverare il bellissimo libro di Hans Reuch “Imperatrice Nuda” per saggiare l’effettiva utilità di certi laboratori e di certi grandi luminari.
Quanto alla scontata domanda se è meglio salvare una vita umana od animale converrebbe etichettarla come falsa sia perché ha un esito scontato sia perché non dovrebbe comportare una risposta unica. Si pensi a come Alexander Fleming ha scoperto la penicillina….
Mentre la via tracciata da Ron Fouchier, il buon virologo che avuto la gentilezza di informarci di questa nuova spada di Damocle che ci pende sul capo, sembra figlia di strade a senso unico.