domenica 20 novembre 2011

Il Premier che mette tutti d'accordo (?)



di Maurice Bisaccia
Godiamoceli questi momenti di unità, cari concittadini. Godiamoci questi momenti di serietà e serenità. Sperando che possano durare a lungo e, se possibile, nel segno di un'Italia che abbia imparato qualcosa dalle vicende di questo mese e che abbia finalmente capito che il Capo dello Stato non è una figura priva di poteri ma solo dai poteri neutri. Napolitano questi poteri ha saputo usarli con saggezza, dimostrando come un ruolo da sempre relegato come "di facciata" possa essere invece decisivo nel regalare all'Italia la possibilità di sperare.

La fase peggiore del nostro paese l'abbiamo conosciuta con questa legislazione. Se i disastri economici sono una colpa da attribuire a governi di ogni colore degli ultimi vent'anni, la colpa più grossa dell'ultimo esecutivo è stata quella di rendere ridicola l'immagine dei politici italiani: uomini senza qualità, che governano senza eccellere, mostrando al paese più difetti che pregi. In Italia si è diffusa l'idea che la politica sia a portata di chiunque. E purtroppo non nel senso che chiunque possa accedere ai piani alti della politica; piuttosto che, sebbene ristretta tra pochi, la cosa pubblica possa essere gestita anche anche da persone il cui intelletto e senso civico non si distinguono dalla massa. E' solo così che si è giunti agli innumerevoli teatrini comici: a cominciare dagli scandali sessuali per continuare poi con casi di confitti d'interesse, corruzione, tentativi di privatizzare la protezione civile. Fino a scendere più in basso: siamo finiti con l'insultare il sedere di un altro capo di stato. Siamo finiti ad assistere alle risate di altri due capi di stato di fronte alla nostra incompetenza.

Così stretti nella morsa dei mercati finanziari divenuti incontrollabili, si è giunti alla nuova situazione, quella attuale. Quella che sembra mettere tutti d'accordo ma che, davvero, così non è per nulla. Napolitano ha saputo scegliere un ottima figura come Premier. Anche se in prima persona non sono mai stato d'accordo con il puro liberismo economico, messaggio del quale Mario Monti è profeta, il nostro Capo dello Stato si è dimostrato brillante nel capire che serviva un uomo serio, un uomo competente, un uomo da poter mandare in giro per l'Europa a risolvere i problemi senza che venissero ogni volta agli italiani attacchi d'ansia al solo pensiero di cosa avrebbe potuto dire (se non fare). Una persona di cui non ci dovessimo vergognare, per dirla tutta, o che per esempio non andrebbe mai a urlare agli europarlamentari di Bruxelles "siete tutti dei turisti della democrazia".

Eccolo dunque, Mario Monti che ha anche incassato la fiducia di entrambe le camere. E che fiducia! Fiducia da record. Non facciano cantar vittoria questi numeri, perchè non vuol dire che Monti & Co. avranno vita facile. I primi scricchiolii sono giunti dal giornale Libero che ha intitolato il quotidiano del 17 Novembre "Il governo dei secchioni". Come se essere secchioni guastasse in un momento come questo, e come se in cultura non ci fosse da colmare un gap abissale rispetto al precedente governo.

Ci ha messo la sua anche l'On. Scillipoti, che si è presentato al voto di fiducia della camera con lutto al braccio per "morte della democrazia". Questa provocazione non merita nemmeno un commento, merita però pubblicità, giusto per sottolineare che siamo in democrazia perchè è la costituzione che impone al Capo di Stato di cercare sempre un qualsiasi tipo di maggioranza prima di sciogliere le camere. Resta poi da chiarire se era viva la democrazia durante la pratica degli scambi di "mercato parlamentare".
E se di scricchiolii si trattava, Alfano li ha resti qualcosa di più: "Il governo Monti è stato reso possibile da Berlusconi e se ci saranno forzature, negheremo il consenso" ha dichiarato il futuro leader del Pdl.
Già osteggiato dalla Lega, Monti dovrà dunque cercare di non scontentare nessuno in un contesto pressoché paradossale. Eh già perchè se da un lato c'è una "fiducia record", questa non essendo legata a nessun partito, la rende tanto netta quanto fragile. La destrezza del nuovo Premier però è stata non tanto nel non anticipare quali provvedimenti prenderà (cosa oltretutto normale al primo giorno da Primo Ministro) ma nell'avvisare che le misure future saranno prese nella forma di "pacchetto". Sarà più difficile mettersi di traverso a un disegno di salvezza. Specie oggi che i mercati reagiscono d'impulso.
Godiamoceli dunque questi giorni perchè al massimo tra un anno e mezzo finiranno. Un governo di tecnici oggi rappresenta una sconfitta per la politica. Il cittadino che i professori al governo non li ha scelti oggi dovrebbe sceglierli di più domani e pretendere che non sia "chiunque" a guidare il governo, ma qualcuno che si sia saputo distinguere dalla massa dei chiunque. Per qualcosa di virtuoso possibilmente.