domenica 13 novembre 2011

Berlusconismo: è la fine o un ulteriore inizio?


di Daria Cinquegrana

Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ieri sera ha rassegnato le dimissioni presso il Quirinale.

Suddetto avvenimento deve stimolare una vera e propria riflessione: questa possiamo definirla la fine oppure un ulteriore inizio del berlusconismo?

La sensazione comune nel momento attuale di completa indefinizione è un generale senso di vuoto. Questo accade giacché innegabilmente la figura leader di capo unico creata da Berlusconi, alle nostre menti manipolate, risulta insostituibile poiché esso ha governato il nostro paese in maniera totalitaria. Come direbbe Primo Levi “Ogni tempo ha il suo fascismo” ed il berlusconismo è il fascismo dei nostri tempi. Pensiamo al controllo del pensiero e delle azioni della nostra società da parte dei media posseduti e non dal nostro presidente del consiglio, all'esistenza di una figura di un capo unico all'interno del suo partito, diviso in maniera gerarchica, e dell'intera realtà politica. Pensiamo al continuo tentativo di creazione di un nemico comune identificato nello straniero, nel diverso, nell'altro.

Non dimentichiamoci del tentativo di estraniare totalmente gli individui dalla politica.

Queste non sono altro che caratteristiche comuni dei totalitarismi della storia e purtroppo del nostro presente.

Il maggior metodo di differenziazione della politica italiana negli ultimi anni, berlusconiani contro anti-berlusconiani, non aiuta di certo il processo di accettazione e evoluzione della società alla fine del berlusconismo; la nostra stessa classe politica risulta spiazzata di fronte a queste circostanze, come se fosse impossibile per i gruppi di partito ritrovare una collocazione senza la presenza di Mr B. all'interno del panorama politico.

E' possibile che un uomo come il Signor Silvio, il quale ha una coscienza politica eccezionale, non abbia già preventivato tutto ciò? Come possiamo pensare che queste dimissioni non siano una semplice mossa politica?

Una mossa fatta per non accorparsi troppe responsabilità in un momento di totale difficoltà, non volendo acquisire il ruolo di esattore delle tasse, che di certo avrebbe avuto come conseguenza la perdita di quella fiducia che ancora viene riposta nei suoi confronti.

E' probabile che questo sia un allontanamento momentaneo avvenuto con l'obiettivo di potersi ricollocare in un prossimo futuro all'interno del panorama politico.

I sondaggi parlano chiaro: il PDL possiede ancora un pacchetto di voti rilevanti.

E' chiaro quindi che se qualcosa non si modificherà all'interno del panorama politico alternativo, questa non si può definire una fine ma soltanto un ulteriore inizio di questa buffa ma triste catastrofe politica che ormai grava sul nostro paese da ben diciassette anni.