giovedì 27 ottobre 2011

Se a Bologna il Pd si allea con il centrodestra contro i gay


di Federica Giannone

Sembra fantascienza, ma non è una bufala. Nel ridente capoluogo emiliano, un argomento alquanto increscioso è riuscito a mettere d’accordo un po’ tutti, da destra a sinistra. Uniti contro i gay! Potrebbe essere questo lo slogan della consulta comunale bolognese stando agli ultimi avvenimenti che l’hanno vista protagonista.

Ma veniamo ai fatti. Agedo e Famiglie sono due associazioni che qualche giorno fa hanno avuto l’ardore di chiedere l’inclusione all’interno della Commissione Famiglia della consulta. Dov’è la stranezza vi starete chiedendo? Si tratta di associazioni di famiglie, la commissione si occupa di famiglie, che ci sarebbe di male? E se vi dicessi che Agedo e Famiglie sono costituite da parenti ed amici di omosessuali, bisessuali e transessuali, ci trovereste qualcosa di anomalo? Forse voi no, ma la consulta di Bologna, a quanto pare, si.

Che Pdl, Udc e Lega non fossero proprio gay friendly ce lo potevamo pure aspettare. La notizia è che anche una parte del Pd si è unita alla decisione di negare l’inclusione a queste associazioni. “Ammettere quelle associazioni nella Consulta è un abuso e bisogna riparare all’errore” non sono le parole di un leghista convinto di quelli che “ce l’hanno duro”, ma di un esponente dei democratici, Riccardo Petrella.

Nella crociata anti-omosex, il Petrella è in buona compagnia, perché ci sono le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani che promettono battaglia ed altri esponenti del Pd che, a loro volta, vorrebbero lasciare fuori da quella sede le discussioni sulle idee del partito riguardanti l’omosessualità. Come a dire: finché parliamo in linea ideologica siamo tutti amici, sul piano dell’attuazione…

La presidentessa di Agedo, Flavia Madaschi, lamenta la consueta chiusura verso la parola gay e tutto ciò che ruota intorno, come se si tendesse ad escludere a priori, senza neanche stare tanto a discutere. Non ne parliamo poi se l’omosessuale viene accostato alla parola famiglia.

Fortunatamente esiste qualche voce fuori dal coro come quella del sindaco e dell’assessore al welfare, che si ostinano a sostenere che bisognerebbe aiutare tutte le famiglie senza fossilizzarsi sulle distinzioni, perché pare che tutte le persone abbiano la stessa dignità sociale. Pare, ma non è certo una novità che in Italia i legami sentimentali fra persone dello stesso sesso facciano scalpore, se non addirittura ribrezzo.

Già mi sembrava abbastanza che il nostro Paese non fosse ancora in grado di accettare neanche le unioni civili fra gay, ora emarginare addirittura le famiglie d’origine mi sembra un atto inammissibile ed immorale. Di questo passo quanto ci metteranno a rendere illegale l’omosessualità? Il prossimo step delle misure anti-gay quale sarà: un cartello all’entrata dei negozi? Non sono ammessi Cani e Gay. Anzi no, scusate, i cani possono entrare.