sabato 12 novembre 2011

Studenti di Bologna organizzano una colletta per investire in Btp ed aiutare l’Italia ad uscire dalla crisi.


di Paola Totaro

Lodevole iniziativa, quella di cinque ventenni, studenti universitari bolognesi dell’Alma Mater. Colpiti dalle parole di Giuliano Melani, l’intermediario finanziario che venerdì scorso ha lanciato a sue spese un appello sul Corriere della Sera per “ricomprare il debito pubblico” investendo in Btp, sono passati subito all’azione. “Finché qualcuno non fa qualcosa di grande, tutto rimane inerte. Per fortuna che lui si è mosso, e ora ci muoviamo noi”, dicono decisi.


Gli studenti coscienziosi sono: Stefano Onofri, Matteo Monti, Marco Moschettini, Alessandro Cillario e Massimiliano Cristoni. Al termine delle lezioni hanno raccolto le sottoscrizioni e donazioni davanti alla facoltà di Economia. Ovviamente i soldi saranno restituiti con gli interessi previsti.


Per rendere il tutto più visibile e monitorare l’iniziativa, i cinque giovani hanno aperto anche un sito Internet (ognipromessaedebito.com) nel quale viene data la possibilità di inserire le foto delle “ricevute di acquisto dei Bot, di registrare l’importo di titoli che avete acquistato per sapere a che punto siamo arrivati, per scrivere le vostre proposte col fine di organizzarvi a livello locale per promuovere questa grande iniziativa”. Il sito sarà un contenitore, per “capire quanti siamo e farci forza l’uno con l’altro nel vedere dei bellissimi esempi di società civile”, dice Stefano Onofri.

Il loro motto è: fare tutto quanto è possibile per frenare la pazza corsa dello spread. I miliardi di euro che si eviteranno di bruciare sono i “soldi che serviranno a noi giovani per garantirci pensioni, assistenza sanitaria, istruzione e servizi di ogni genere”, spiegano i cinque studenti. Consapevoli che il loro è solo un contributo e che la crisi si risolve diversamente.

Stefano Onofri spiega: “Oggi in Italia fortunatamente nessuno deve morire per conquistarsi la propria libertà. Ma vogliamo lo stesso porgere una domanda: dobbiamo salvare l’Italia da qualcuno? Forse sì, da noi stessi. Non ci vogliono economisti, politici o sociologi per capire che così non si può andare avanti”. “Quando non si pagano le tasse – continua Onofri – o non si richiede lo scontrino in negozio, o ancora quando si lavora in nero, o tutte le volte che abbiamo completamente ignorato il fatto che la mafia facesse affari di fianco a noi, e la lista è ancora lunga, ebbene in questi casistiamo fregando lo Stato. Allo stesso modo lo Stato viene ingannato quando un amministratore trascura il suo lavoro, ne approfitta, o viene raccomandato senza avere alcuna competenza”.

Dimostrano maturità e grande senso civico questi cinque studenti. Un gesto il loro che, insieme ai tanti altri che ogni giorno molti sconosciuti cittadini italiani compiono per il bene del nostro Paese, fa ben sperare per il futuro.