sabato 22 ottobre 2011

Berlusconi: «Alcune Procure politicizzate stanno tentando una specie di rivoluzione»


di Martina Strazzeri

In occasione dell'uscita del libro «Questo amore» scritto da Bruno Vespa di cui è stato anticipato il testo, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha affermato: «Alcune Procure politicizzate stanno tentando una specie di rivoluzione».


Il premier ha detto: «Non è un paese normale quello in cui i magistrati, e non il popolo, tentano di mandare a casa i governi a colpi di inchieste. Perché questo è un paese in cui tutti sanno che, accanto alla stragrande maggioranza di magistrati che fanno solo e bene il loro lavoro, ce ne sono alcuni che perseguono invece disegni politici. Ebbene io credo necessario garantire che i risultati elettorali non vengano annullati dall'azione di chi usa la giustizia come arma di lotta politica e magari per costruirci sopra carriere politiche: è una garanzia minima che la democrazia deve dare a se stessa».

E ancora: «Quando in un paese si arriva a violare il domicilio del premier, e a considerare possibile indiziato chiunque vi faccia ingresso, significa che il livello di guardia è stato ampiamente superato, e che è giunto il momento di ristabilire una separazione fra i poteri dello Stato».

Il Cavaliere nel prossimo libro di Vespa ha raccontato: «Non ho usato nessun cellulare panamense. Lavitola chiamava ripetutamente Alfredo (maggiordomo di P.Grazioli), che aveva da me avuto la raccomandazione di non passarmi alcuna telefonata. Lui pensò che io non mi fidassi dei normali telefoni, e allora disse ad Alfredo che gli avrebbe fatto avere dei telefoni sicuri. Alfredo me ne parlò, ma io rifiutai e commentai che quelli erano sistemi da criminalità organizzata».

Ed infine: «Pensi a tutte le volte in cui il Csm ha agito di fatto da terza Camera, pretendendo di giudicare cosa il Parlamento e il governo debbano o non debbano fare, con ciò stravolgendo il principio della divisione dei poteri».