venerdì 1 luglio 2011

De Magistris non tocca la spesa sociale, taglia 105 dirigenti


Ciro Pellegrino

Comune di Napoli, per approvare il bilancio mancavano 140 milioni di euro. Il sindaco ha penalizzato le municipalizzate (negli anni scorsi teatro di lottizzazioni). La sua squadra costa 2 milioni all’anno. Task force per far pagare le multe. Fronte rifiuti, oggi consiglio dei ministri. Bossi non vuole la spazzatura al Nord.


NAPOLI – In cassa c'è profondo rosso: mancano all'appello 140 milioni di euro che nel primo bilancio comunale dell'era di Luigi de Magistris rappresentano i tagli dei trasferimenti statali e regionali al Comune di Napoli. «È veramente tanto» spiega uno degli assessori. Dunque la giunta “rivoluzionaria” dell'ex pm ha dovuto anche tentare di fare qualche miracolo: il bilancio sarà approvato domani dagli assessori, ma qualche elemento già emerge. De Magistris non ha toccato la spesa sociale, ovvero quelle spese del welfare che hanno tenuto banco nel suo programma elettorale. La scure è calata sui dirigenti: 105 sono quelli che scadono proprio domani. Di questi, 73 sono dipendenti dell'Ente, ovvero funzionari con promozione pro-tempore (che non sarà rinnovata, determinando un sensibile calo nella busta paga).

Il restante sono soggetti esterni al Comune che quasi sicuramente non saranno rinnovati, tranne alcuni (pochi). Per quel che riguarda gli staff degli assessori, sforbiciata al numero: erano 35 persone, gli assistenti dovrebbero scendere sotto le 30 unità. Il sindaco ha composto la sua squadra: il capostaff è Alessandro Nardi, ex assistente di Alfonso Pecoraro Scanio che in campagna elettorale firmò un appello in favore del candidato a sindaco del centrodestra, Gianni Lettieri. Nardi (che avrà altri 3 colleghi di staff con stipendi minori) percepirà 91mila euro lordi all'anno. Ogni anno saranno spesi 600mila per l'ufficio di diretta collaborazione del sindaco; 100mila euro per ogni assessorato (dunque 1,2 milioni in tutto); 200mila euro da utilizzare «per eventuali integrazioni» vale a dire i “premi di produzione”. Totale: 2 milioni all'anno per la squadra operativa dell'ufficio del sindaco.

E la scure? Dove calerà? Presto detto: sulle aziende partecipate anzitutto. Solamente a Napoliservizi, una delle aziende che ingloba molti lavoratori legati al vecchio estabilishment bassoliniano del Partito democratico il taglio è di 10 milioni di euro. Il piano per l'accorpamento delle società municipali non c'è ancora, in compenso c'è la task force per individuare i furbi che non pagano le contravvenzioni al codice della strada, un vecchio pallino dell'assessore al Bilancio, Riccardo Realfonzo.

I conti non sono l'unico problema di Luigi de Magistris: l'emergenza rifiuti è una questione irrisolta e oggi dopo un tira e molla estenuante il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare una proposta di decreto che consenta lo sversamento della spazzatura fuori regione. All'ordine del giorno Palazzo Chigi non ha messo nulla che riguardi i rifiuti e il giallo nel pomeriggio è stato - parzialmente - risolto dal ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo che ha garantito: «Parleremo della Campania; occorre rendere possibile la solidarietà fra le Regioni, consentendo in via straordinaria, temporanea e controllata, il trasferimento dei rifiuti campani». Umberto Bossi e la sua Lega Nord sono contrari a portare la monnezza napoletana oltre il Garigliano: «Io ho in mente la soluzione - dice Bossi - un accordo con le regioni limitrofe».



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