di Elena Spadafora
Alla Ca' Foscari – illustre università veneziana – il futuro è già arrivato.
Per numerose ragioni, fra cui quelle di risparmio di spazio e soprattutto di denaro, la tesi cartacea viene sostituita dalla più snella e gestibile tesi in formato digitale.
Assieme alla vecchia cara tesi di carta, diremo addio a statini e libretti universitari: l'intera prassi legata allo svolgimento degli esami verrà svolta via computer, così che iscrizione, verbalizzazione e registrazione degli esami superati saranno – finalmente – operazioni veloci e prive di inceppamenti burocratici.
Le tesi in formato digitale verranno caricate direttamente dagli studenti in un'apposita area del sito di facoltà, per poi venire scaricate e lette dai relatori.
Queste innovazioni sono certamente entusiasmanti sotto diversi aspetti e molti si aspettano che tutti gli atenei italiani si adeguino al nuovo che avanza.
Cambiamenti come questi hanno sicuramente dei lati positivi: come accennavo prima, si risparmierà spazio, perchè non esisterà più nulla di cartaceo da archiviare, si risparmierà denaro e, forse cosa più importante, si risparmierà carta.
Tuttavia, come per ogni cosa, a tanti aspetti positivi fa fronte almeno un aspetto negativo.
Il primo che mi viene in mente è che non possiamo pensare che tutte le università italiane siano all'avanguardia come la Ca' Foscari: moltissimi degli atenei italiani hanno già problemi con gli statini ottici, con le basilari comunicazioni via e-mail, con portali studenti spesso sovraffolati e fuori servizio. Come possiamo pensare che questi stessi atenei, in tempi brevi, possano mettersi al passo?
In più, è vero che moltissimi docenti negli ultimi anni hanno preso dimestichezza con e-mail e siti che permettono la condivisione di schede e appunti – le cosiddette "classi virtuali" – ma è ugualmente vero che altrettanti docenti restano aggrappati alla loro poltrona in pelle e alla sacra istituzione del ricevimento settimanale: ho in mente giusto un paio di docenti che non acconsentirebbero mai a leggere una tesi su un tablet, scaricando il file via e-mail.
E' certo che il progresso non si insegue col disfattismo, ma dobbiamo pur fare i conti con la realtà.
Alla Ca' Foscari – illustre università veneziana – il futuro è già arrivato.
Per numerose ragioni, fra cui quelle di risparmio di spazio e soprattutto di denaro, la tesi cartacea viene sostituita dalla più snella e gestibile tesi in formato digitale.
Assieme alla vecchia cara tesi di carta, diremo addio a statini e libretti universitari: l'intera prassi legata allo svolgimento degli esami verrà svolta via computer, così che iscrizione, verbalizzazione e registrazione degli esami superati saranno – finalmente – operazioni veloci e prive di inceppamenti burocratici.
Le tesi in formato digitale verranno caricate direttamente dagli studenti in un'apposita area del sito di facoltà, per poi venire scaricate e lette dai relatori.
Queste innovazioni sono certamente entusiasmanti sotto diversi aspetti e molti si aspettano che tutti gli atenei italiani si adeguino al nuovo che avanza.
Cambiamenti come questi hanno sicuramente dei lati positivi: come accennavo prima, si risparmierà spazio, perchè non esisterà più nulla di cartaceo da archiviare, si risparmierà denaro e, forse cosa più importante, si risparmierà carta.
Tuttavia, come per ogni cosa, a tanti aspetti positivi fa fronte almeno un aspetto negativo.
Il primo che mi viene in mente è che non possiamo pensare che tutte le università italiane siano all'avanguardia come la Ca' Foscari: moltissimi degli atenei italiani hanno già problemi con gli statini ottici, con le basilari comunicazioni via e-mail, con portali studenti spesso sovraffolati e fuori servizio. Come possiamo pensare che questi stessi atenei, in tempi brevi, possano mettersi al passo?
In più, è vero che moltissimi docenti negli ultimi anni hanno preso dimestichezza con e-mail e siti che permettono la condivisione di schede e appunti – le cosiddette "classi virtuali" – ma è ugualmente vero che altrettanti docenti restano aggrappati alla loro poltrona in pelle e alla sacra istituzione del ricevimento settimanale: ho in mente giusto un paio di docenti che non acconsentirebbero mai a leggere una tesi su un tablet, scaricando il file via e-mail.
E' certo che il progresso non si insegue col disfattismo, ma dobbiamo pur fare i conti con la realtà.