domenica 8 gennaio 2012

Spese militari: Obama taglia, l’Italia incrementa. Qual è la verità?

per Il Qualunquista(.it)

E’ l’inizio di una nuova epoca o trattasi di una scaltra strategia di propaganda politica e di risparmio a discapito dei paesi alleati? Barack Obama ha finalmente deciso di snellire il budget americano destinato agli investimenti bellici. Nell’era dei tagli al bilancio, il presidente degli Stati Uniti annuncia pesanti riduzioni della spesa militare. Svaniranno, nei prossimi dieci anni, almeno 450 miliardi di dollari dalle casseforti delle forze armate. E scatteranno, in assenza di accordi parlamentari sul debito, ulteriori riduzioni automatiche per una cifra vicina ai 500 miliardi. L’esercito vedrà i suoi ranghi assottigliarsi da 570mila a 490mila unità (fonte Il Sole 24 ore).

Ma lo stesso Obama afferma che, nonostante questi tagli, “gli Stati Uniti intendono mantenere la superiorità militare grazie a forze agili, flessibili e pronte ad affrontare l’intero ventaglio delle minacce”. Forze armate ridimensionate, ma più efficaci. Il capo Usa intende massimizzare le risorse belliche limitando, in un periodo di crisi così disastroso, al minimo gli sprechi di soldi pubblici. Il Pentagono, quindi, non dovrebbe avere più le risorse per operazioni delle dimensioni e della durata dei conflitti in Iraq e Afghanistan. Ma questo provocherà una maggiore debolezza?

E’ l’accusa rivoltagli dagli avversari repubblicani. Obama scommette, però, che i mezzi a disposizione saranno comunque adatti a tenere a bada le potenziali minacce del XXI secolo, con un occhio in particolare al Medio Oriente. Lo stesso presidente, inoltre, afferma che nonostante i risparmi, il budget del Pentagono sarà comunque superiore al bilancio della presidenza Bush (contraddizione?), perché l’Usa ha “responsabilità di leadership globale”. Probabilmente quest’ultima è una risposta pronunciata in lingua “politichese”. E’ ben nota la fobìa popolare americana per la debolezza militare, ed essendoci elezioni in vista, Obama aveva necessità di dare tranquillità a quella sua piccola fetta di elettorato composta da conservatori.

E mentre il paese leader del mondo compie un passo verso il parziale disarmo, almeno teorico, in Italia le spese militari sono ancora oscenamente alte, e non si fa nulla per nasconderlo. Lo stanziamento complessivo, ascritto per il 2011, al Ministero della Difesa è pari a circa 20 miliardi di euro, in aumento di 130,2 milioni di euro, rispetto al 2010. Questo è quanto viene riportato dalle fonti ufficiali. Chissà poi se tali dati corrispondono al vero. Probabilmente non lo sapremo mai.

Ma la frenesia italiana di investire nelle armi non tende a limitarsi, anzi. E’ notizia di pochi giorni fa l’acquisto da parte del governo di 131 cacciabombardieri d’attacco F35. Pensate, inoltre, che alla fine del 2011 il costo complessivo ella “missione di pace” in Libia arriverà a 2,5 miliardi di euro. Ma non è tutto. Ci sono da annoverare alle spese militari anche i 5 miliardi per l’acquisto di altri cacciabombardieri, l’1,2 miliardi per gli aerei a pilota automatico, i 5 miliardi per le navi da guerra FREMM, i 2 miliardi di euro per i nuovi sistemi digitali e i 4 miliardi investiti in elicotteri (fonte www.atnews.it).

Ora due sono le supposizioni: o la strategia di Obama è proprio questa, cioè ridurre le spese interne destinate alle armi al fine di cavalcare l’onda del pacifismo ed ottenere preziosi consensi in vista delle prossime elezioni, senza effettivamente rinunciarne facendo gravare le ingenti somme di tali fondi tagliati sui paesi alleati, tra cui l’Italia. Oppure il nostro belpaese ha tanta voglia di gettare all’aria soldi pubblici, speculandoci per interessi privati di varia natura. Il tutto, ovviamente, sotto il segno di una guerra che, probabilmente, non ci sarà mai.

Qualora dovesse realmente scaturire una guerra, ci sarebbe davvero bisogno di tutto questo armamentario? Almenochè non si tratti di una guerra mondiale, mobilitare tutti i mezzi militari acquistati in questo periodo sarebbe alquanto impossibile. E nel caso, appunto, di conflitto globale, siamo certi di una cosa: non ci sarebbe neanche il tempo di rendere “utili” i nostri investimenti militari. Con le attuali tecnologie nucleari e non, saremmo già tutti all’altro mondo ancor prima di iniziare!