martedì 3 gennaio 2012

Crisi: quattro suicidi in cinque giorni. E’ un’ecatombe


di

per Il Qualunquista(.it)


A causa di questa dannata crisi purtroppo si sono verificati nuovi suicidi da parte di imprenditori italiani. Qualche giorno fa, il 30 dicembre sera, un ingegnere bolognese di 46 anni Francesco Fabbri si è tolto la vita nel suo ufficio a Idice di San Lazzaro. L’ultimo dell’anno invece si è suicidato l’imprenditore catanese di 47 anni Roberto Manganaro, il quale ha deciso di compiere l’estremo atto in seguito ai licenziamenti forzati dei propri dipendenti con i quali ha sempre avuto un forte legame affettivo. Poche ore prima un anziano di Bari si era gettato dal palazzo in cui abitava poichè aveva paura di non essere in grado di pagare i 5000 euro richiesti dall’Inps. Ieri infine è stato trovato impiccato un contadino di 56 anni di Montelfiore dell’Aso nelle Marche: i parenti sostengono che l’uomo fosse ossesionato dalla crisi e avesse avuto timore di non uscire indenne finanziariamente da questo 2012. E così ci ritroviamo oggi a contare molti suicidi e tentativi di suicidio causati principalmente da questo periodo di drammatica depressione economica nel quale a volerla fare finita sono soprattutto le persone che perdono il proprio posto di lavoro, la propria stabilità economica quando sono ormai tagliati dal mercato del lavoro. In questi ultimi giorni, tra la fine del precedente anno e l’inizio del nuovo, è emerso in primo piano e drammaticamente il fenomeno dei suicidi che finora ha colpito più di tutti la regione del Veneto ma che si sta allargando gravemente a gran parte della nostra penisola.

Non possiamo certo essere noi a biasimare tutti questi esseri umani che hanno fatto delle scelte dettate da una situazione di disperazione elevata alla massima potenza. Anche perché mettiamoci nei panni di questi imprenditori. Come avrebbero guardato in faccia un loro dipendente dicendo: “Non posso più pagarti lo stipendio”?. Un dramma. Una catastrofe. Un’ecatombe. In tutta Italia, oltre al record della disoccupazione giovanile si è aggiunto anche il flagello della incertezza per quanto riguarda la garanzia di un posto di lavoro che in altri tempi sarebbe stato stabile e che adesso nella maggioranza dei casi è precario. Speriamo che la situazione globale non degeneri ancora di più perchè altrimenti davvero avremmo davanti a noi solo desolazione, fame e disperazione. Ci auguriamo con tutto il cuore che questa ondata di suicidi si plachi prima o poi ma il primo passo verso qualcosa di concretamente migliore deve essere fatto dai nostri politici che, invece di pensare solo ai privilegi della casta, dovrebbero incominciare sul serio a cercare di prendere in considerazione e a risolvere i problemi che affliggono la nostra cara nazione.