mercoledì 28 dicembre 2011

Vitalizi, sono già 14 le regioni che ne hanno approvato l'abolizione


di Paola Totaro

TAGLI. Le regioni hanno deciso di voltar pagina e di dare un segnale di rinnovamento nell’ambito dei privilegi dei politici. Sono già 14 le regioni, l’ultima in ordine di tempo il Piemonte, che hanno deciso di abolire l’istituto del vitalizio, le “pensioni” dei consiglieri regionali.

Molte di quelle che non hanno ancora attuato questa riforma, l’hanno già messa in ordine del giorno e legifereranno in merito prossimamente.

L’eliminazione dei vitalizi però, non scatterà subito ma a partire dalla prossima legislatura e quindi per molte delle Regioni dal 2015.

E’ stata la Conferenza delle assemblee regionali, in unione con la Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome, a dare il via a questa importante novità, con una decisione assunta il 27 ottobre scorso.

Alcune Regioni, come il Trentino avevano già da tempo stabilito l’abrogazione del vitalizio dalla prossima legislatura.

Le Regioni che hanno già approvato le variazioni dei regolamenti consiliari nel merito dei vitalizi sono: il Friuli Venezia Giulia, l'Abruzzo, la Basilicata, l'Emilia Romagna, il Lazio, la Liguria, la Lombardia, le Marche, la Sardegna, la Toscana, il Trentino Alto Adige, l'Umbria, il Veneto e il Piemonte.

MINISTRO. Anche Piero Gnudi, ministro per gli Affari Regionali ha appoggiato le iniziative ed il 12 gennaio prossimo la prima seduta della Commissione Speciale Paritetica Governo-Regioni-Enti Locali, discuterà il rinnovamento delle istituzioni ed il taglio dei costi della politica.

LAZIO. Il caso della Regione Lazio è particolare. Infatti se è stata approvata la riforma dei vitalizi a partire dal 2015, da subito invece, il beneficio viene addirittura allargato agli assessori esterni, 14 su 15 della giunta attuale.

Forti le reazioni da parte delle forze politiche di opposizione laziali.

LIGURIA. A rischio rottura invece in Liguria, dove il taglio dei costi della politica ha portato ad movimentata discussione all’interno, questa volta, del centrosinistra. L’emendamento alla finanziaria regionale di alcuni consiglieri, che prevedeva un taglio degli assessori esterni, non era piaciuto al Presidente Claudio Burlando. In seguito però la crisi è rientrata.