venerdì 16 dicembre 2011

Un paese in ginocchio: dove ha inizio il nostro crollo?


di Marco Formichelli

In questi ultimi tempi, a differenza dei lustri precedenti, la situazione del nostro paese e di noi, poveri italiani medi, viene illustrata in modo quanto più veritiero da una serie di programmi di informazione e non che tentano l'ultimo, disperato, tentativo di far risollevare un paese in ginocchio.


Noi, me in primis, abbiamo goduto (e non poco) al momento dell'auto-cacciata del sultano Berlusconi da Palazzo Chigi, momento topico di una tragedia durata ben 17 anni...17 anni che hanno dato un colpo decisivo a una nazione chiusa al suo angolo sotto i cazzotti di una serie di avversari. Già, 17 anni di sfacelo, bisogna oggettivamente riconoscerlo...ma è giusto addossare tutte le colpe al nostro ex presidente del consiglio e al suo tragicomico esecutivo??? Me lo chiedevo l'altra sera, durante l'ennesima puntata di notevole interesse del programma di Santoro, personaggio troppo serio per lavorare nelle nostre televisioni di Stato.

E' sempre stato comodo travolgere con il proprio odio il nemico di turno, spesso da' anche una certa soddisfazione, ma forse questa volta le motivazioni della crisi che ha travolto noi più di altri sono da ritrovare in questi 150 anni di Italia, o più semplicemente in questi ultimi 63, dal momento che da parte di una famiglia di parassiti decerebrati che si nascondevano il titolo di Re d'Italia non ci si poteva aspettare nulla.

Quali sono gli elementi che più ci fanno imbestialire ogni giorno che passa? I privilegi! Ma sono nati tutti in questi ultimi 17 anni? Beh, sono stati tragici, ma non hanno avuto tutte le responsabilità di questo mondo!

L'Italia è una Repubblica fondata sui PRIVILEGI piuttosto che sul lavoro, come recita la nostra gloriosa Carta Costituzionale!!! Farmacisti, Chiesa, banchieri, tassisti, notai, avvocati e chi più ne ha più ne metta...ma com'è stato possibile dare il via (ogni cosa ha un punto di inizio...mai definito precisamente, ma un inizio DEVE esserci) a una serie così abominevole di privilegi?

Il limite di farmacie per numero di abitanti (perchè non un limite di macellerie allora!) ha permesso ai personaggi più disparati di arricchirsi in maniera esponenziale, spesso anche raggirando la tassazione, e diventare punti di riferimento e di peso politico nei paesi dell'Italia già del primo '900.

Chi ha creato la "licenza" per guidare i taxi? Capisco che ci voglia una regolamentazione (un paese senza regole non è civile), ma far pagare una licenza un centinaio di migliaia di euro non è fuori dal normale?
Notai, avvocati...ma si ha idea di che Casta chiusa e sigillata che rappresentano? L'attività notarile, tranne qualche rarissima eccezione, si tramanda di padre in figlio, per fare l'avvocato senza essere affiliato a un "barone" del campo è un impresa degna del miglior Tom Cruise. Chi ha stabilito che i notai possono beccare compensi astronomici per redarre un semplice atto di compravendita era lucido e presente a se stesso?

Senza poi proseguire con digressioni nei riguardi di Chiesa e Banche, in questo paese enti al di sopra di ogni cosa, che hanno avuto vita facilissima per motivi molto diversi (storici la Chiesa di Roma, di Economia Mondiale le Banche).

Insomma, la domanda è lecita: ma chi ha assistito al progressivo disfacimento del tessuto del nostro Stato, non se n'è accorto di ciò che stava succedendo? Aveva ragione De Gasperi nel sottolineare l'immensa distanza che separa uno Statista (e dopo Cavour qui in Italia se ne saranno visti massimo 2 o 3) e un Politico. In questo paese non si è mai avuta, in 150 anni, uno straccio di idea a lunga scadenza.

Non si è mai organizzato un piano industriale adeguato, e la crisi lo sta dimostrando in carattere sempre più netto, tantomeno si è avuta la lungimiranza di captare i segnali dal Mondo di ciò che poteva succedere nel futuro, aprendosi a questo o quel mercato, incentivando magari su un settore anzichè su un altro oppure puntando su prodotti di altissima qualità anziché sulla quantità (la prima Cina che si è presentata ci ha spazzato via).

Certo, prevedere le bizze del mercato è difficile, ci vorrebbe una palla di cristallo più che reali competenze in materia, ma allora prendiamo in considerazione un ulteriore aspetto, di estrema attualità: le Pensioni.
Nel momento in cui si è deciso di poter mandare in pensione dei lavoratori con 19 anni 6 mesi e 1 giorno di contributi, si aveva una benchè minima idea del nostro bel Paese 30 anni dopo? Chiariamoci, non che questa voce abbia un peso chissà quanto influente sul nostro pietoso bilancio, ma è un esempio tangibile di un'incompetenza totale che ha attanagliato e attanaglia ancora oggi la nostra classe politica e dirigente. Siamo il paese del sole e non vi abbiamo investito (lo stiamo facendo ora, a tempo quasi scaduto, dopo un cinquantennio passato a importare), anzi abbiamo avuto l'idea geniale del nucleare nel momento in cui tutti hanno deciso di eliminarlo!

Il nucleare... Ma davvero qualche politico può aver pensato di crearlo QUI? Parliamoci chiaro: in questo paese dopo 7 anni crollano i PONTI!!! E quei signori trovano concepibile la creazione di macchine fruttuose ma pericolosissime su un territorio ad alto rischio sismico in qui le aziende subappaltano all'infinito facendo lievitare in modo esponenziale i costi e, con la mano sapiente della criminalità organizzata, mettono in piedi strutture che se fossero di cartone durerebbero di più? Ma suvvia, non scherziamo.
Si suol dire che la criminalità organizzata ha vita facile laddove l'autorità statale latita. Sarà un caso che negli ultimi tempi queste organizzazioni centuplicano gli affari? Certo, la loro storia ha radici lontane e l'Unità d'Italia ha portato ben presto a galla tale problema, ma sarà un caso che con la Democrazia Cristiana, esempio calzante dell'italianità, la lotta alle organizzazioni mafiose sia crollata? Mmm...

Che questi non sono tempi facili lo si è capito da tempo in Europa, ma da noi si poteva intuire già dagli anni '70. Dopo pochi anni di Boom economico l'Italia entrò prontamente in crisi (ci piace essere primi...) e in un periodo diverso dalla Guerra Fredda probabilmente i nostri problemi sarebbero fuoriusciti dal calderone delle falsità italiane. Anche gli aiuti economici statunitensi non ci hanno certo aiutato: i politici ci hanno mangiato a più non posso tra tangenti e tangentine, favorendo l'inizio dell'attuale piaga sociale dell'evasione fiscale, con sprechi incredibili e quasi impensabili tra costi della politica e non solo. I treni oggi spariscono, le Poste meditano di non servire più paesini in cui non hanno introiti: dopo anni passati a dissipare finanze, ora il debito pubblico è a livelli indicibili e i servizi stanno diventando un lontano ricordo.

La cecità di una classe politica decennale, di cui Andreotti è l'emblema (30 anni attaccato alla poltrona, figura di spicco di un centro senza idee, che raccoglieva tutti gli ex fascisti redenti e, tanto per gradire, affiliato alla Chiesa, di cui poi chissà perchè non si sono mai andati ad intaccare gli interessi...), ci hanno condotto a piccoli passi sull'orlo di un baratro di fronte a cui l'ultima spinta sembra esserci stata servita da un ometto bassino con i capelli finti e da un'economia globale che dissangua i poveri per favorire le banche.

Il governo tecnico, si dice, ha l'obbligo di ricondurci sui binari della Crescita. Basata su cosa e su quale settore industriale o di chissà cosa non si sa, visto che non siamo quasi più competitivi su nulla, ma i tecnici devono farlo...che lo facciano.

Ma, in fin dei conti, è possibile auspicare lunga vita a un sistema economica basato sulla "Crescita eterna"? Come ricorda anche Beppe Grillo sul suo blog, l'economia reale (i soldi) sono solo il 10% dell'economia virtuale (valore delle case, disponibilità delle banche e quant'altro).

In attesa di sviluppi, "godiamoci" la nostra vita ancor più povera di quanto ci avevano reso le due inefficienti, inutili e ottuse manovre tremontiane. Che l'Europa ci aiuti...