martedì 6 dicembre 2011

La buona fede


di Rosario Grillo

Parola magica e/o passepartout : viene evocata spesso a sproposito da molti politici italiani. Ultimo, in ordine di tempo, Antonio Di Pietro ( TG7 delle 20 del 5/12/2011).

L’ha utilizzata per contestare la manovra governativa, definendola capziosa ed iniqua, in sostanza lontana se non contraria all’assunto dichiarato da Monti. “ rigore ed equità “.

La buona fede, cioè la fiducia degli italiani, i politici italiani, indistintamente, l’hanno tradita e la tradiscono quando traducono il consenso ricevuto nelle urne nella finalità categorica di conservare il proprio potere d’interdizione ( vantaggio funzionale ai propri scopi elettorali, continuamente perseguiti, anche quando le elezioni sono ben lontane ). Trascurando così implicitamente ed irresponsabilmente il dettato costituzionale che prescrive di svolgere il mandato a nome della Nazione ( articolo 67 ).

Questo il respiro universale, ricco di senso dello Stato, votato alla ricerca del Bene Comune, che abbiamo visto assente dal nostro Parlamento, eccettuate fasi eccezionali, quali il periodo della Destra Storica ( 1861- 1876 ) ed il periodo postbellico ( 1945-46 ) con i governi CLN.

Con ciò non voglio seguire le orme del facile umore antipolitico, così diffuso oggi ed abituale nei periodi critici ( vedi l’Uomo Qualunque di Giannini 1948 ).

Bisogna tener presente l’origine lontana, suggerita da Monti, e quella recente, ben più urgente e vistosa, dell’attuale situazione di sfascio. Essa ha un nome: Silvio Berlusconi, ed attori ben definiti come i componenti del suo ultimo governo, tra cui non dimenticherei il demiurgo dell’economia nazionale : il ministro Tremonti.

Il loro atteggiamento negli anni della crisi mondiale, scoppiata nel 2008, è stato frutto d’insipienza e di tornaconto personale e corporativo. Scelte politiche condivise al cento per cento dai folkloristici leghisti.

La buona fede va ora riconosciuta alla compagine di Monti, composta di tecnici ?

Propenderei per il sì. Certo la manovra che hanno consegnato al Parlamento è dura, ma è il dettato dell’urgenza con cui bisogna intervenire e dare risposta alla crisi ( ormai sistemica ).

Il senso di responsabilità che la sottende, invece, si ritrova nelle parole di Monti, che evoca la Destra Storica appunto; si nutre inoltre delle lagrime della ministro Fornero, quando annuncia i sacrifici per i pensionati.

Una raccomandazione finale: accettiamo che in Parlamento si apportino alcune modifiche per perfezionare lo scopo dell’equità perseguito, fatto salvo il quantitativo dei miliardi da tagliare.