lunedì 19 dicembre 2011

Italia in piazza per Samb e Diop


di Daniele Pezzini

Erano decine di migliaia in tutto il paese. Senegalesi ma non solo, anche moltissimi italiani stanchi di assistere a quotidiani episodi di razzismo nelle strade delle loro città.


Milano, Roma, Genova, Napoli, Bologna, Bari, Verona e soprattutto Firenze, queste le principali piazze che hanno ospitato nella giornata di ieri manifestazioni e presidi per commemorare Samb e Diop, i due ragazzi uccisi lo scorso 13 dicembre dalla follia omicida e xenofoba di Gianluca Casseri, militante fiorentino di estrema destra.

Proprio dal capoluogo toscano e in particolare da piazza Dalmazia, scenario della tragedia, è partita l’ondata di solidarietà che ha coinvolto tutta Italia. Le foto dei due giovani, unite a slogan contro le discriminazioni, hanno guidato il lungo e pacifico corteo fino a piazza Santa Maria Novella. Ad accompagnare la marcia dei membri della comunità senegalese anche qualche immancabile bandiera di partito (Pd, Idv, Sel, Radicali…) e i loro rappresentanti, Bersani e Vendola su tutti.

Le richieste sono semplici: più diritti e leggi severe contro il razzismo.
Il portavoce della comunità senegalese ha avuto però parole dure nei confronti della Lega: “C’è un partito che si richiama alle radici cristiane ma fomenta l’odio razziale” “Non si può diffondere disprezzo come è stato fatto in questi anni. Chi lo ha seminato, vedendo tutte queste persone, dovrebbe vergognarsi”.

Pape Diaw ha replicato anche agli esponenti di Casa Pound, il centro sociale di ispirazione fascista in cui militava Casseri, che hanno dichiarato di non sentirsi in colpa per ciò che è accaduto: “Non abbiamo bisogno delle loro scuse, ma dovrebbero vergognarsi davanti al mondo intero”.

I diretti interessati hanno dunque fatto sentire la propria voce, quella dell’Italia antirazzista tuttavia resta un flebile sussurrio in un paese ogni giorno più immerso nel torpore dell’odio razziale e capace di destarsi solo a tragedia avvenuta, esprimere solidarietà e poi tornare a dormire.

I proclami non bastano, dei discorsi di facciata e delle “vicinanze espresse” Samb, Diop e le loro famiglie non se ne fanno niente.
Interventi seri da parte delle istituzioni in materia di razzismo come richiesto dai manifestanti, questo sarebbe un primo utile passo.

Un generale cambio di mentalità all’interno della popolazione è però quello su cui si dovrebbe realmente lavorare, purtroppo però servono tempo e cultura e forse in questo momento il paese non dispone più né dell’uno né dell’altra.