giovedì 1 dicembre 2011

Il teatrino delle ombre


di Raffaella Alladio


L'economia si è tolta la maschera della politica per palesarsi nella sua veste ufficiale. Da decenni è l'economia la vera decisionista nel lavoro di governo; con Monti il padrone ha buttato giù la maschera e si è mostrato.

Nulla di nuovo, quindi; eppure in questi giorni si sono spese tante parole sull'apoliticità di questo governo.

Per concedere la fiducia, per esempio, Di Pietro e l'IDV hanno voluto la promessa della totale mancanza di politici all'interno dell'esecutivo di governo.E' poi divampata la polemica sui presunti incontri nei sotterranei di Palazzo Giustiniani tra Monti ed esponenti del Parlamento.


Ciò che stupisce è l'ingenuità di chi ancora crede che personaggi come quelli saliti al potere in questi giorni siano degli indipendenti della politica.


La non appartenenza ad un partito è risibile come attestato di indipendenza e le parole che si spendono intorno alla definizione di questo governo tecnico hanno un sapore di presa in giro. La politica come arte e scienza di governare uno stato non ha niente a che vedere con i giochi interessati e personali portati avanti da Berlusconi prima e da Monti adesso. Perchè questi due nomi sono legati da una triste continuità; e se questa visione può apparire disfattista e qualunquista, definiamola pure così, ma concediamole l'etichetta del buon senso che senza troppi cavilli da specialista porta, guardandosi semplicemente intorno, a non vedere dei veri cambiamenti nella rotazione di pedine ai vertici.

Anzi, come detto in apertura, la presenza di Monti a capo del governo italiano è semmai la perdita dell'ultimo barlume di vergogna da parte dei banchieri, e chi per essi, del sistema economico occidentale che, dopo aver lasciato danzare il loro burattino finchè ce n'è stata la convenienza, hanno deciso di emergere dal teatrino delle ombre per danzare in prima persona facendosi sempre più beffa della volontà e delle esigenze popolari.


E allora forse, dopo aver giustamente inquadrato nella "vera" destra il governo Monti, bisognerebbe andare un passo ancora indietro e chiedersi che cos'è la destra e cos'è la sinistra, magari sulle note di una persona intelligente come Giorgio Gaber. E magari anche oltre chiedendosi cos'è questa politica economica o economia poltica da cui continuiamo a sperare quei cambiamenti che non arriveranno mai, per concludere che probabilmente sono altre e diverse le corde da toccare per risollevarci le brache invece della solita minestra servita solo in un piatto diverso.